È lunga 40 anni la storia salesiana in Etiopia. Ce lo hanno ricordato abba Estifanos, responsabile dei Salesiani in Etiopia, e Cesare Bullo, missionario di Don Bosco impegnato sul territorio etiope fin dall’inizio dell’attività in loco, nella loro visita torinese di fine 2015. Quando ci hanno parlato delle loro missioni hanno sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalle scuole salesiane nelle diverse regioni del paese e l’importanza dei centri tecnico-professionali realizzati negli anni dai missionari.
Come a Makallè, nel nord del paese, dove i salesiani dal 1976 offrono formazione professionale e avviano al lavoro generazioni di giovani allontanandoli dalla povertà e dalla vita di strada. Molte le attività portate avanti dai figli di Don Bosco anche ad Addis Abeba, dove i protagonisti dell’opera salesiana sono i ragazzi di strada a cui si offre un percorso di crescita basato sul gioco e sulla formazione e si cerca anche di ottenere un reinserimento nel loro contesto familiare. Tutto questo con la volontà di creare, per ogni ragazzo, un percorso di recupero sociale personalizzato.
Abba Estifanos ci ha ricordato quanto delicato e importante sia il ruolo dei missionari come padri di questi bambini e ragazzi, ma non solo. Il loro impegno negli ultimi anni è mirato anche alla lotta contro il traffico di esseri umani: “ È elevato il rischio che molti giovani cadano vittime delle reti dei trafficanti e vengano spinti a partire e poi sfruttati e schiavizzati, con la promessa di un futuro diverso, attraverso le mortali rotte che passano per la Libia e il Mar Mediterraneo e per il Golfo di Aden”. Attraverso la campagna StopTratta stiamo cercando di dare una risposta significativa, nel nostro piccolo, al dramma di questi giovani e delle loro famiglie, con progetti mirati alla sensibilizzazione dei giovani e di intere comunità e l’offerta di strumenti di riscatto sociale, grazie alla formazione al lavoro.
L’Etiopia salesiana comprende anche l’opera di Padre Tino Dusi nella missione di Adamitullo dove i bambini vengono accolti con pasti nutrienti e ricevono cure e attenzioni nel loro percorso scolastico, e la missione di Gambela dove abba Filippo e abba Giorgio sono padri amorevoli per i bimbi accolti nell’asilo e per i giovani più poveri e punti di riferimento per le famiglie di questa regione remota nel sud ovest del Paese, al confine con il Sud Sudan. Sempre a sud, a Zway, i padri di Don Bosco collaborano con le suore salesiane. Obiettivo: dare un futuro ai ragazzi attraverso la scuola e promuovere attività sociali per la comunità locale, intervenendo nelle emergenze in questa zona troppo spesso soggetta a carestie per l’aridità del territorio e la mancanza di risorse.