216 milioni di abitanti, il sesto paese più popoloso del mondo, ma del Pakistan in Italia si sa ben poco.
Negli ultimi 40 anni si sono avvicendati governi militari, si sono verificate importanti tensioni con la vicina India (di cui il Pakistan, prima dell’Indipendenza, faceva parte) fino ad arrivare ai giorni nostri, con un paese diviso in 4 province e una Repubblica Parlamentare. L’importanza di avere una stabilità non solo politica si riverbera in ogni aspetto della vita quotidiana. Vi sono piccole ma importanti indicazioni, che testimoniano le potenzialità di questa nazione nel ricoprire un ruolo importante in Asia meridionale.
I Salesiani di Don Bosco di Lahore e Quetta, con la collaborazione di un gruppo di laici, lo scorso febbraio hanno organizzato una “Giornata della Pace” a cui hanno partecipato trentacinque ragazze e ragazzi, mussulmani, cattolici e cristiani di altre denominazioni, condividendo insieme le loro riflessioni sulla possibilità di una comunità pacifica, le difficoltà affrontate in Pakistan per perseguire la pace e il loro ruolo di giovani per promuoverla.
Il fatto stesso che vi sia la possibilità di svolgere attività di questo tipo è un segnale importante e dà fiducia per il prossimo futuro.
Vent’anni dopo l’Indipendenza del paese, avvenuta nel 1971, i salesiani avevano aperto in Pakistan la loro prima missione in un contesto difficile e dagli equilibri fragilissimi.
Il Paese, nella sua lunga e martoriata storia, ancora oggi subisce gli strascichi di ciò che è avvenuto in passato e povertà e analfabetismo sono sfide che si combattono ogni giorno.
La presenza di una scuola e la possibilità di ospitare il 60% circa degli studenti nel convitto fanno un’enorme differenza, perché permettono a molti ragazzi di frequentare le classi anche se provenienti da zone rurali. Le spese di trasporto per moltissime di queste famiglie sarebbero insostenibili e tutto questo pregiudicherebbe irrimediabilmente la possibilità di imparare a leggere e scrivere e di ricevere un ‘istruzione adeguata.
A Lahore – come in molti altri paesi nel mondo – lo sforzo dei missionari salesiani si concentra principalmente nel mettere a disposizione di questi ragazzi dei corsi di formazione professionale, in modo che nel loro prossimo futuro abbiano maggiori chances di ottenere un buon posto di lavoro e una retribuzione dignitosa. I corsi professionali che vengono offerti ai ragazzi sono idraulica, refrigerazione impianti di condizionamento, saldatura, elettricità, carpenteria e informatica, tutte figure professionali di cui il paese ha bisogno e fanno ben sperare per una futura collocazione lavorativa.
La formazione di questi ragazzi non si limita solo all’ambito lavorativo, ma cerca di operare a tutto tondo, offrendo ai giovani anche attività ricreative e di svago in un contesto in cui queste ultime sono praticamente assenti. I missionari ci avevano chiesto aiuto per poter acquistare degli strumenti musicali (7 fisarmoniche), avendo intenzione di dare una formazione musicale a questi ragazzi e allo stesso tempo garantire alcuni servizi (come ad esempio un accompagnamento musicale durante le funzioni religiose) alla comunità. Grazie all’aiuto dei nostri benefattori questo progetto si è realizzato in tempi brevi e oggi la missione vanta un gruppo di ragazzi che stanno ricevendo lezioni per imparare a suonare questi strumenti.
La musica si è rivelata una buona strategia educativa, perché ha entusiasmato i ragazzi e allo stesso tempo ha richiesto da parte loro disciplina, impegno e applicazione, doti che concorrono, nella più ampia offerta educativa, alla loro crescita personale.
Il loro esempio si sta dimostrando di fondamentale importanza anche per gli altri giovani, ne è testimonianza la richiesta crescente di studenti interessati alle attività extra scolastiche offerte dalla missione.