Un’emergenza nell’emergenza in Siria

“Non sappiamo ancora come ci organizzeremo, tra il freddo, la neve e la situazione di molti edifici dopo quasi 12 anni di guerra. La popolazione ha bisogno urgente di aiuti”, queste sono state le prime parole che ci sono arrivate da padre Alejandro León, missionario di Don Bosco che si trova ad Aleppo, in Siria.

Nella notte tra il 5 e 6 febbraio due fortissimi terremoti con epicentro a Kahramanmaraş, nel sud della Turchia al confine nord-occidentale con la Siria, hanno raso al suolo centinaia di edifici, provocato più di 20 mila feriti e ucciso più di 5 mila persone. Una tragedia immensa che colpisce ancora una volta una zona del pianeta già molto sfortunata. Un’area in cui il 15 marzo 2011 è scoppiata la guerra che ancora oggi vede contrapposte le forze governative del governo di Bashar al-Assad e una coalizione di milizie armate, definite ribelli. Una guerra sanguinosa che ha causato più di 306 mila vittime, 6.7 milioni di sfollati interni e 6.6 milioni di rifugiati.

Un doloroso dejavù: le immagini di Aleppo, seconda città più grande della Siria, con edifici di otto piani completamente distrutti, tetti e solai crollati al suolo, ci ricordano una delle battaglie più feroci della guerra civile siriana, combattuta proprio lì. Molte case erano ancora fatiscenti dagli ultimi bombardamenti, oggi sono solo polvere e macerie.

“In questa drammatica situazione, noi salesiani abbiamo aperto le nostre porte. Abbiamo prontamente accolto tutti coloro che ne hanno bisogno. Sono già più di 300 le persone accolte e aiutate dai salesiani, dai collaboratori e da tutta la Famiglia Salesiana di Aleppo. Stiamo cercando di fare il possibile, nonostante le sfide e le difficoltà. Questo, in Siria, è un periodo particolarmente freddo e l’inverno è rigido. Nevica, manca la corrente e i combustibili. La popolazione sta vivendo davvero un momento difficile”, riferisce all’agenzia salesiana InfoAns don Pier Jabloyan, salesiano siriano.

I Figli di Don Bosco di Aleppo si sono attivati fin da subito per dare assistenza ai primi sfollati, alle famiglie rifugiate presso la casa salesiana. I missionari stanno garantendo assistenza con generi alimentari, coperte e vestiti caldi. Ci chiedono di sostenerli per cercare di salvare più persone possibili, riuscire a garantire aiuti umanitari a famiglie, bambini e anziani che non hanno più una casa e non sanno dove andare.

“Sicuramente ci sarà bisogno di aiuto materiale per la ricostruzione perché questo terremoto, violentissimo come mai abbiamo visto prima, ha fatto crollare tanti edifici. Ma prima di tutto e soprattutto, vi chiediamo di pregare per noi”, ha raccontato alla Nuova Bussola Quotidiana padre George Fattal, superiore del convento dei salesiani ad Aleppo.


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