Un piccolo impegno che trasforma la vita

I salesiani intendono l’oratorio come un ambiente, più che un luo­go fisico: è uno spazio che educa, una parrocchia che evangelizza, un cortile dove incontrarsi e un luogo di vici­nanza al Signore nella preghiera che na­sce dalla vita quotidiana.

La data di nascita dell’oratorio salesiano di San Lorenzo, nel cuore delle Ande pe­ruviane, può essere riportata al 1° marzo 2001: erano le 4 del pomeriggio quando un piccolo gruppo di bambini venne invi­tato a giocare una partita sul campo poli­valente vicino alla chiesa parrocchiale; ci furono giochi salesiani, momenti di sport, una piccola preghiera e qualche parola di saluto. Ora, dopo quasi 25 anni, l’offerta è stata ampliata, e nel territorio – molto va­sto, della parrocchia, sono nati altri oratori.

La prima comunità era composta da cinque Figli di Don Bosco: don Luigi Bolla, di stan­za a Kuyuntsa, don Román Olesinski, don Diego Clavijo e i salesiani coadiutori Daniel Coronel ed Enrique Castillo.

Attualmente la missione salesiana di San Lorenzo, situata nel Vicariato Apostolico di Yurimaguas, offre un’opportunità con­creta di crescita e sviluppo per minori che vivono in condizioni di estrema povertà, in un luogo isolato in cui la maggior parte di loro non ha accesso a un’istruzione di quali­tà, assistenza sanitaria adeguata o nutrizio­ne sufficiente. I salesiani di San Lorenzo ci hanno chiesto di intervenire per aiuta­re molti bambini che vivono nelle comu­nità di Carabanchel, Las Flores, La Unión, Uspayacu, San Antonio, Alvarado, Vizcarra e Monzantes: contesti estremamente duri, in cui le famiglie fanno molta fatica a ga­rantire il minimo indispensabile ai loro figli. Famiglie che, attraverso l’adozione a distanza, riuscirebbero a garantire il diritto allo studio e alle cure mediche che tanto faticano ad assicurare ai loro bambini a cau­sa della grande povertà in cui si ritrovano a vivere.

Vuoi garantire un futuro a questi bimbi innescando un processo di svilup­po all’interno delle loro comunità? Con una donazione di un euro al giorno puoi cambiare il corso della vita di un bambi­no!

Scrivici a adozioni@missionidonbosco.org o chia­maci al numero 011.399.01.91: ti daremo tutte le informazioni di cui hai bisogno!

Don Luis Bolla, una stella luminosa nella storia salesiana

Padre Luis Bolla, conosciuto come “Yankuam Jintia” o “stella luminosa”, ha dedicato la sua vita agli indigeni Achuar nelle foreste dell’Ecuador e del Perù. Nato a Schio, in provincia di Verona, il 21 agosto 1932, fin da giovane sentì una profonda vocazione religiosa, ispirato dai valori della famiglia e dalla comunità parrocchiale. Nel 1971, il giovane sacerdote intraprese la sua missione tra gli Achuar, una minoranza etnica isolata e poco conosciuta; qui affrontò enormi sfide, tra barriere linguistiche e culturali, ma il suo cuore aperto e la sua determinazione gli permisero di imparare la lingua e le tradizioni locali, diventando parte integrante della comunità. Padre Bolla era mol­to più di un semplice missionario: era un educatore, un mediatore culturale e un difensore dei diritti umani; avviò scuole, promosse progetti di sviluppo sostenibile e lottò per la protezione delle terre indigene. La spiritualità di Padre Bolla era radicata nella preghiera e nella contemplazione: viveva una vita semplice, spesso in condizioni molto difficili, ma la sua fede e il suo amore per gli Achuar non vacillarono mai. La sua presenza tra loro divenne un simbolo di speranza e di riconciliazione, contribuendo a creare un ponte tra la cultura indigena e la fede cristiana. Il 17 febbraio 2013, Padre Luis Bolla morì a Lima, in Perù: la sua vita e il suo lavoro avevano lasciato un’impronta indelebile, non solo tra gli Achuar, ma anche nella comunità salesiana e oltre. Il processo di beatificazione fu avviato nel 2018, un riconoscimento alla sua straordinaria dedizione alla missione, alla sua vita vissuta nella fedeltà a Cristo e nella carità verso il prossimo. La Chiesa cattolica lo considera un esempio di santità moderna, una persona che ha incarnato il Vangelo nel contesto delle sfide contemporanee, mostrando che la fede può trasformare vite e società.

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