Erano le 18.30 del 22 maggio dell’anno scorso quando a Goma, città della Repubblica Democratica del Congo affacciata sul Lago Kivu, il vulcano Nyiragongo, considerato uno dei più pericolosi dell’Africa, ha iniziato ad eruttare. Purtroppo quel giorno non scatta alcun piano di emergenza e di evacuazione (non è previsto dal governo della città), migliaia di famiglie, bambini soli, lasciano le case e iniziano a scappare. La lava raggiunge numerosi villaggi e brucia decine di case, ospedali, sistemi di approvvigionamento idrico ed elettrico, campi coltivati, facendo piazza pulita di tutto quello che trova. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) conta 31 morti, oltre a 400 mila sfollati e più di 500 mila persone rimaste senza acqua potabile, a causa del danneggiamento del serbatoio e delle tubature.
I Figli di Don Bosco insieme all’ong salesiana VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo mettono in piedi in poche ore un piano di intervento che prevede la preparazione del Centro Maison Marguerite per accogliere i primi 130 bambini insieme alle loro famiglie sfollate, senza più una casa. Poi parte il piano di evacuazione che riesce a salvare più di 200 bambini.
A poco meno di un mese i salesiani iniziano ad organizzare il rientro dei bambini nelle case salesiane e ci chiedono un sostegno per aiutare tutti coloro che devono ricostruirsi una vita, i bambini che hanno perso la famiglia, chi ha perso la propria casa, chi ora è costretto a mendicare per strada, chi non sa dove dormire.
Grazie alle vostre donazioni e al vostro caloroso aiuto oggi possiamo dire che 213 bambini di strada e 153 ragazze, che prima dell’eruzione risiedevano nel Centro Maison Marguerite, sono stati i beneficiari del piano d’intervento salesiano!
I bambini assistiti nella Casa di Gahinja sono stati accuditi, protetti e hanno ricevuto cure sanitarie, istruzione primaria in un ambiente adeguato. Si è potuto creare uno spazio di accoglienza, di gioco e educativo consono sia ai bambini di strada sia per le ragazze accolte temporaneamente alla Mason Gahinja. I bambini hanno potuto vivere in un clima d’accoglienza positivo, in un ambiente conviviale a carattere familiare garantito dalla presenza di personale esperto: sono state garantiti servizi di base come pasti e distribuzione di vestiti, oltre a medicine, materassi, coperte, zanzariere e giochi per i più piccoli.
Una volta identificati e accolti, i bambini sono stati inseriti in un percorso di sostegno, grazie al lavoro degli assistenti sociali, che hanno potuto ricostruire la loro storia verificando tutte le informazioni raccolte attraverso visite e contatti con la comunità, iniziando un eventuale lavoro di dialogo con la famiglia e la comunità di appartenenza per preparare il bambino o la ragazza alla reintegrazione familiare e comunitaria. L’obiettivo, infatti, in collaborazione con le autorità locali, è stato quello di reinserire il minore nella famiglia d’origine, attraverso un percorso di sensibilizzazione, formazione ed accompagnamento.
Grazie ancora di cuore per il vostro sostegno!