Sono trascorse più di 3 settimane dall’inizio della guerra in Ucraina e quella che era stata inizialmente definita come un’operazione militare speciale è diventata una vera carneficina, un conflitto che sta durando più di quanto previsto dai russi e che sta causando vittime e devastazione in tutto il Paese. L’allarme è enorme anche nel resto del mondo, che guarda con crescente apprensione ad ogni scontro.
Kiev, Zytomir, Mariupol, Karkhiv, Odessa, Dnipro, Lutfk, sono solo alcune delle città colpite dai bombardamenti. Le vittime civili e militari sono ormai migliaia, il numero di profughi supera i 3 milioni.
Il nostro presidente, Daniel Antunez, è rientrato da poco da un viaggio che, dopo alcuni giorni di tappa in Slovacchia e Polonia, lo ha portato fino in Ucraina, a Leopoli, dove oggi si raccoglie la maggior parte dei profughi in fuga dalle città bombardate del centro e dell’est del Paese. È qui che arrivano e vengono distribuiti gli aiuti umanitari provenienti da tutta Europa. Ed è qui che padre Michajlo Czaban garantisce il suo sostegno a chiunque gli chieda aiuto. Accoglie nuclei familiari composti solo da donne e bambini, dà loro un rifugio temporaneo, un letto, del cibo. Giorno e notte.
– Ogni tanto, durante i pochi minuti trascorsi a tavola, appoggia il gomito sul tavolo e la testa sulla mano. Chiude gli occhi qualche secondo, vinto dalla stanchezza, dalla fatica, da una sofferenza troppo grande, che è quella di un intero Paese – ci racconta don Daniel – Ma poi li riapre e si alza. Non c’è tempo per il riposo né per il dolore, bisogna aiutare, consolare, aiutare mamme e bambini a lasciare l’Ucraina – Gli uomini, invece, restano in patria: l’ordine di mobilitazione generale vieta ai maschi di età compresa tra i 18 e i 60 di lasciare il Paese. Ecco, la guerra, oltre a seminare morte e distruzione fa anche questo: allenta le relazioni e crea strappi dolorosissimi: gli uomini a combattere, le donne in fuga per salvare i propri figli. E i salesiani sono al loro fianco, aiutando quante più persone possibile a mettersi in salvo.
Grazie all’aiuto dei nostri benefattori siamo riusciti ad acquistare tempestivamente un van che viene già utilizzato da padre Michajlo per mettere in salvo intere famiglie di profughi, oltre il confine polacco. Al ritorno, viene utilizzato per trasportare beni di prima necessità, necessari per l’accoglienza di nuove famiglie. – Ho visto queste mamme con un bimbo, due bimbi, per mano, e un trolley. Noi lo usiamo per andare in vacanza, o in viaggio di lavoro, loro per portare qualcosa con sé durante una fuga da un Paese che non sanno se e quando rivedranno, dove i loro mariti sono rimasti a combattere. Quello che è davvero devastante e che non sanno se e quando rivedranno anche loro, i padri dei loro figli -, racconta don Daniel.
I salesiani gli hanno chiesto un aiuto immediato per assicurare cibo a lunga conservazione alle persone (principalmente donne e bambini) accolte nei rifugi. Servono materassi, sacchi a pelo, coperte termiche e stuoie per dormire, bende, cerotti, disinfettanti, lacci emostatici e antidolorifici per curare le ferite, oltre a prodotti per l’igiene personale, come detergenti e pannolini.
I nostri missionari rimangono a sostenere le famiglie in difficoltà, ad ospitare coloro che hanno perso una casa, a rifocillare chi ha bisogno di mangiare, ad aiutare le donne e i bambini che vogliono lasciare un Paese distrutto. Vogliamo aiutarli subito, aiutaci