22, 23 e 24 settembre, Chennai
Oggi siamo partiti molto presto direzione Chennai, dove i fratelli ci aspettavano con grande entusiasmo e voglia di incontrarci. Abbiamo fatto una prima riunione con i missionari che gestiscono i progetti e ci hanno raccontato le ultime attività in corso.
Poi siamo partiti per andare a visionare le attività di un progetto volto a contrastare il lavoro minorile, che Missioni Don Bosco sostiene dal 2020, e che si sviluppa in due zone dello stato del Tamil Nadu: Katpadi e Tirukazhukundram. Due aree isolate, abitate prevalentemente dalle comunità povere e vulnerabili dei Dalit, gli intoccabili, i fuori casta: qui ci sono villaggi in cui le persone vivono nella miseria più totale, sia economica che culturale. La maggior fonte di sostegno proviene dalla fabbricazione di beede (le tradizionali sigarette indiane), ma il reddito familiare rimane comunque molto basso, per questo motivo i genitori coinvolgono sin dalla più giovane età i propri figli, a costo di far saltare loro la scuola. I salesiani hanno sviluppato un progetto in collaborazione con le comunità locali mettendo a disposizione dei centri per supportare le attività svolte dagli insegnanti durante i corsi scolastici: l’obiettivo è organizzare momenti di studio, ma anche di gioco e sport, coinvolgendo anche le famiglie.
Successivamente abbiamo raggiunto Gedilam, un’opera salesiana in una zona rurale: qui i missionari hanno due scuole, frequentati da bambini e ragazze che provengono dai villaggi circostanti. A seconda della classe frequentata le lezioni si svolgono in inglese o in tamil. La frequenza scolastica è garantita dai pulmini dei salesiani che provvedono a portare i ragazzi a scuola, mentre chi vive più lontano viene ospitato nel convitto. Tutto questo è possibile grazie alle borse di studio, uno degli strumenti più efficaci con cui Missioni Don Bosco riesce ad aiutare i suoi missionari e a permettere a tanti bambini e bambine di andare a scuola.
Abbiamo poi visitato altre opere adiacenti e partecipato a una consegna di polli, capre, mucche, cera per fare candele ad alcune donne più vulnerabili, un sostegno concreto per permettere loro di sviluppare delle microimprese familiari. Conservo il sorriso, la gioia sui loro volti quando hanno ricevuto questo aiuto che avrebbe permesso loro di migliorare la loro famiglia e in questo modo i bambini avrebbero potuto iniziare ad andare a scuola.
Alla fine della giornata, cena e preparazione per altri 200 km per visitare un altro sito di missione, un grande progetto chiamato Bright, Building Resilience for Inclusive Governance and Holistic Transformation (Promozione della resilienza per l’inclusione sociale e la trasformazione olistica per i dalit) che ha l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e l’emancipazione delle comunità di donne dalit e dei loro bambini. Seminari di sensibilizzazione sui diritti delle donne e dei minori, programmi di generazione di reddito con corsi di sartoria, creazione di gioielli ed estetista, oltre all’erogazione di borse di studio per i giovani più bisognosi. Il progetto è davvero interessante e la relazione che si è creata tra i salesiani, gli educatori e le donne beneficiarie è molto bella. Ci sono tante donne appassionate, donne che credono in se stesse e che non si perdono d’animo di fronte alle avversità.
Durante il volo di ritorno in Italia ho pensato e pregato, ero molto silenzioso, il silenzio si era impadronito dei miei sentimenti e di tutta la mia persona. Ancora una volta vi dico GRAZIE. Ho ancora molte cose da condividere, molti movimenti nel mio cuore che non posso raccontare qui ma che sicuramente con il tempo mi aiuteranno a continuare a dare risposte sul perché la provvidenza mi ha portato qui. Grazie di cuore a tutti i benefattori per aiutarci a portare avanti la missione di Don Bosco.
Padre Daniel Antúnez