Come ogni anno il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, decimo successore di San Giovanni Bosco e superiore della congregazione salesiana, ha redatto la sua Strenna: letteralmente un “dono”, un testo rivolto a tutto il mondo salesiano il cui obiettivo è quello di guidare e ispirare il nostro carisma, attraverso una tematica diversa ogni anno, per rimanere nel solco di Don Bosco e continuare il nostro impegno rivolto ai bisogni dei giovani e della società di oggi.
Nella Strenna 2023 intitolata: “Come lievito nella famiglia umana d’oggi. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco”, don Ángel si rivolge a due gruppi di destinatari: a bambini, giovani e adolescenti, vero cuore del nostro operato, e a tutti i gruppi della famiglia salesiana, considerati nella loro totalità tra laici e consacrati, come parti integranti dello stesso nucleo.
“Aiutare gli adolescenti e i giovani a scoprire che ognuno di loro è chiamato ad essere come il lievito di cui parla Gesù: il lievito buono che aiuta a far crescere e a rendere più grande e saporito il “pane” della famiglia umana”, ecco la prima grande indicazione del successore di Don Bosco. Ma non solo: don Ángel ritiene indispensabile per tutta la Famiglia Salesiana riscoprire l’importanza della dimensione laicale per continuare ad operare in modo così capillare nel mondo intero.
Al centro della Strenna viene dunque posta la parabola del lievito, di grande saggezza evangelica, pedagogica e di attualità educativa. “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta (Gal 5,9): è sorprendente come una porzione di farina raddoppi o triplichi con l’aggiunta di una piccola porzione di lievito.” Il nostro impegno, apparentemente insignificante, è come lievito: lavora silenziosamente, ma ne basta pochissimo per far aumentare il volume di tutta la pasta. Perché ogni nostro gesto non rimane inosservato, ma è prezioso agli occhi di Dio! Il Rettor Maggiore ci esorta a guardare la realtà con “il cuore e gli occhi” di Dio per comprendere che piccolezza e umiltà non significano debolezza e inerzia, anzi! A condizione di operare tutto e sempre nel Suo nome, il Signore accompagna i nostri sforzi e trasforma il nostro essere “povero lievito nella pasta” rendendolo pieno di fecondità.
Unendo le nostre forze riusciremo a portare a compimento tanti altri nuovi progetti per il bene dei giovani e delle loro famiglie. Mettendo al bando il protagonismo del mondo, che ci chiede di esibire ogni nostra buona azione, rimaniamo lievito silenzioso che opera senza far rumore…
“È più importante fare il bene rispetto al fatto che il bene che viene fatto sia attribuito a noi” ci ricorda il Rettor Maggiore: un’iniezione di umiltà che ci riconduce direttamente sulle orme di Don Bosco, nel silenzio delle preghiere e della vicinanza reciproca.