Qui si tratta di esseri umani: la risposta di Missioni Don Bosco al traffico di migranti

Oggi più che mai il tema dei migranti si impone al centro dell’attenzione mediatica, ci interpella e, di fronte a tante prese di posizione spesso dettate da opportunismo o ragioni di convenienza politica, ci invita a una riflessione seria e approfondita.

Per molti giovani provenienti dall’Africa subsahariana partire è un modo per difendere la propria dignità: significa confidare nella possibilità di migliorare la propria vita e riscattare il proprio futuro. In tanti lasciano la loro casa alla ricerca di una vita migliore, fuggendo da un destino di miseria e povertà e, in tanti casi, da guerre e persecuzioni.

Ma il viaggio si rivela inaspettatamente terribile: finiti in mano a realtà criminali,  pronte a tutto per ottenere un riscatto per il loro rilascio, subiscono maltrattamenti e torture, vengono trattati come animali, con poca acqua e poco cibo, non di rado uccisi intenzionalmente per prelevare e vendere i loro organi. La tratta degli esseri umani rappresenta un vero e proprio business dell’orrore. Le testimonianze dei migranti raccontano abusi fisici, psicologici e deprivazioni subite durante il tragitto verso le coste europee, un tributo fisico e morale che si somma agli alti costi economici sostenuti per il viaggio e spesso ai riscatti imposti dai trafficanti alle famiglie d’origine. Nella maggior parte dei casi vessazioni e soprusi continuano nei confronti dei migranti anche dopo l’arrivo nel Paese di destinazione.
Non solo l’arrivo, dunque, ma anche la partenza e il tragitto dei migranti sono legati a violazioni dei diritti umani fondamentali. E queste violazioni non sono solo una ferita alla loro dignità, ma alla nostra.

Missioni Don Bosco insieme al VIS ha voluto accogliere l’appello di Papa Francesco perché la comunità internazionale superi l’indifferenza globale di fronte alle stragi di cui sono vittime i migranti. La situazione è complessa e le soluzioni non sono semplici né immediate, ma con la campagna “Stop Tratta” si è scelto di avviare nei Paesi dell’Africa Subsahariana un ampio programma di sensibilizzazione e formazione perché chi decide di partire sia informato dei gravi rischi che affronterà e chi vuole restare abbia opportunità concrete, attraverso progetti di sviluppo specifici, microcredito e formazione professionale al lavoro, per migliorare le condizioni di vita proprie e della propria famiglia e poter realizzare nelle loro terre il loro progetto di vita.

Si vuole così tentare di una risposta duplice: da un lato fermare il traffico di esseri umani e dall’altro costruire insieme un’alternativa alla migrazione, facendo sì che l’eventuale viaggio sia più consapevole, dilazionato, avvenga per canali legali e con un bagaglio formativo ed economico spendibile anche nei Paesi di destinazione.

Perché partire deve essere una scelta, non l’unica strada.

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