Per la scuola di Marsabit, Kenya, arrivano le attrezzature didattiche

Il container è arrivato a Marsabit dopo aver percorso la grande via di comunicazione che congiunge il Kenya all’Etiopia. Il trasporto eccezionale non per la misura, ma per il valore che ha per le famiglie di Marsabit è arrivato a destinazione. È stato preparato in Piemonte ed è partito a dicembre. Il coadiutore salesiano Andrea Comino ha seguito le complesse fasi di spedizione via mare. All’arrivo della nave il 5 febbraio a Mombasa c’era sua fratello Giacomo, Jim per gli amici e per i benefattori di Missioni Don Bosco.

A Marsabit c’è una scuola che i Figli di Don Bosco hanno rilevato pochi anni fa dai missionari della Consolata, trasformandola in una scuola professionale con quattro indirizzi: auto-meccanica, elettrotecnica, falegnameria, saldatura. Il container contiene attrezzature e macchinari che servono all’addestramento tecnico di centinaia di allievi.

Quando si apriranno i portelloni dal container verranno fuori gli “ingredienti” per costruire il futuro delle famiglie di questo centro che conta 25.000 abitanti. Siamo ai margini di una grande area forestale, l’agricoltura permette di sopravvivere ma non di distogliere i giovani dal miraggio della capitale.

Offrire ai giovani competenze per professioni richieste dal mercato

Appena possono, i figli abbandonano la vita rurale per tentare la fortuna nella grande città, dove troveranno poca accoglienza e scarse possibilità di lavoro: andranno ad aumentare il numero di ragazzi di strada, dei residenti delle baraccopoli, dei soggetti a rischio di sfruttamento schiavistico.

La risposta dei salesiani a questa prospettiva è quella di mettere gli adolescenti in condizione di disporre di un mestiere da mettere sul mercato del lavoro. Gli insegnanti sono gli ex allievi migliori delle scuole tecniche di Nairobi. Con l’insegnamento portano l’esperienza di come si vive realmente a Nairobi.

Il Kenya è un Paese che deve produrre per pagare il debito pubblico contratto con le Banche internazionali. È una partita che si può facilmente prevedere come procederà nei prossimi anni: il prodotto complessivo dello Stato riesce a pagare gli interessi ma non a ricostituire il capitale. Ogni sforzo sembra essere una fatica di Sisifo, un secchio che si riempie mentre i fori ne fanno uscire il contenuto. Mentre la corruzione e il dominio di chi si è arricchito svendendo il Paese completano il quadro economico e sociale.

Se c’è una via per tentare di risolvere questa situazione è di creare un tessuto di artigiani che sappiano far fronte alle necessità delle attività produttive e dell’urbanizzazione: giovani risorse per incominciare a supportare l’industrializzazione o anche solo la corretta manutenzione delle abitazioni e della mobilità dei suoi abitanti. E che abbiano senso della collettività, coscienza della indispensabile onestà verso gli altri e verso le istituzioni pubbliche.

I ragazzi che escono dalla scuola professionale di Marsabit possono decidere di partire per Nairobi muniti, a fine corso, di una cassetta degli attrezzi che attesterà la loro preparazione e l’autonomia nell’esecuzione dei lavori richiesti, o che un datore di lavoro chiederà loro di svolgere. Giovani kenyani che sapranno rispettare le regole della convivenza e della condivisione.

Frenare lo spopolamento delle zone rurali con nuove abilità agricole

Ma la prospettiva della migrazione interna è una delle due opzioni su cui la presenza salesiana sta investendo: l’altra è quella di creare condizioni perché i ragazzi possano rimanere dove sono nati e vivere con le loro famiglie. Nel container della “Fratelli Comino” sono contenuti anche utensili e attrezzature per la coltivazione che dia un migliore rendimento. Il terreno è fertile, l’acqua non manca, le temperature di questa parte d’Africa sono consone a uno sviluppo rurale. C’è un’area che la congregazione ha acquisito per tenere corsi agli agricoltori e per innescare con loro una produzione più ampia e di qualità. Ci sono le condizioni per soddisfare adeguatamente il fabbisogno alimentare dei residenti, ma anche per aprire possibilità di commercio dei prodotti della terra per portare altri beni sul territorio.
Andrea e Jim Comino non sono nuovi a queste esperienze: già in Estremo oriente (Cambogia, Korea) sono stati i pionieri di scuole professionali; in Sudan e in Sud Sudan sono stati promotori e realizzatori di strutture educative in contesti altrettanto difficili sia per le condizioni materiali sia per i condizionamenti politici. Hanno dato ospitalità e istruzione a studenti che non professano la religione cristiana, ma hanno dato ad essi la percezione di quale sia la proposta di Don Bosco.

Anche dove non è possibile manifestare la propria fede, è importante portare il metodo di Valdocco; anche senza conversioni – mai poste come condizione o come obiettivo – è importante la semina di valori che facciano emergere persone positive e relazioni costruttive. È il compito dei “contadini delle anime” che realizzano il carisma salesiano a tutte le latitudini. “Si ottengono risultati che a volte sanno di miracoloso” commenta fratel Andrea.

La soddisfazione di estrarre da quel container amicizia e speranza per i giovani che hanno atteso a lungo è stata enorme, sostiene Giacomo, detto Jim.

RICEVI I NOSTRI MESSAGGI

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Nome(Obbligatorio)
Questo campo è nascosto quando si visualizza il modulo
Consenso mail
Questo campo è nascosto quando si visualizza il modulo
Consenso generico
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.