Papa Francesco in Colombia: il primo passo nel cammino della riconciliazione

La parola d’ordine è riconciliazione: il viaggio di Papa Francesco in Colombia inizia oggi con questo messaggio di speranza, dopo i 52 anni di guerra tra governo e Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) che hanno insanguinato il Paese, provocando 250 mila morti e l’esodo di 7 milioni di profughi. Ma le vittime sono molte di più.

Lo sono i bambini e i ragazzi che hanno militato nella guerriglia, costretti a imbracciare un fucile per sfuggire alla miseria. Lo sono i colombiani, divisi e profondamente segnati dal trauma del conflitto. Lo sono le persone che sono state sequestrate, i bambini rimasti senza una famiglia.

A loro è rivolto il motto della visita papale “Facciamo il primo passo”: superare il passato fatto di violenza e intraprendere il cammino verso la pace, mettendo al centro la dignità della persona e il rispetto dei diritti umani.

Il primo passo di William, 22 anni, ex ragazzo soldato, è stato quello di perdonare quello che era il suo comandante quando era tra le fila della guerriglia. William oggi lavora a Ciudad Don Bosco di Medellín, un centro di riabilitazione gestito dai salesiani che ha permesso di reinserire socialmente circa 2.500 bambini soldato fuggiti o catturati dall’esercito. Lui aveva 13 anni quando è entrato nella guerriglia e non può dimenticare quell’orrore: “I capi avevano il controllo del territorio, ci radunavano, lo Stato era lontano, la mia famiglia era molto povera e non avevo la possibilità di studiare. Ho visto qualsiasi tipo di violenza”. Ma per la nuova opportunità che la vita gli ha regalato e lui ha saputo coraggiosamente cogliere crede nell’importanza di recuperare altri giovani come lui.  La percentuale di reinserimento positivo, per i ragazzi di Ciudad Don Bosco, arriva all’85%.

Il cammino è lungo: “La prima tappa è l’educazione al rapporto con l’altro”, spiega James Areiza, coordinatore generale dei programmi di protezione e prevenzione della struttura. “Poi creiamo amicizia e fiducia, poi accanto al processo comunitario introduciamo lo studio, la formazione professionale, la capacità di prendere in mano la propria vita. La nostra è una pedagogia della speranza”.

La firma dell’accordo tra governo e FARC ha aperto la strada al cambiamento: è un momento storico e un’occasione per tutta la società colombiana di lavorare a tessere insieme la pace.

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