“Tra te e me c’è pane e sale” è un proverbio arabo che sottolinea l’importanza della condivisione e il pane è proprio uno dei tratti distintivi della presenza salesiana a Betlemme.
Alla fine del XIX secolo don Belloni fondò l’orfanotrofio di Betlemme e il forno serviva proprio a sfamare questi ragazzini meno fortunati. I salesiani sono in seguito subentrati nella gestione di questa importantissima opera e, nell’attuale drammatico contesto palestinese, offrono ai giovani di Betlemme, sia cristiani che musulmani, una vasta gamma di attività educative e ricreative, tra i quali spiccano l’oratorio, il centro di formazione professionale e il forno.
Il pane dovrebbe essere di tutti, democratico, un cibo semplice che sfama e unisce. Invece oggi a Betlemme il pane è un alimento non alla portata di tutti a causa del costo della farina e conseguentemente del “lievitare” del prezzo del prodotto finale.
I dati aggiornati al 2016 dal Food Security Cluster mostrano una percentuale della popolazione in condizioni di insicurezza alimentare compresa tra il 30 e il 45%, unita a un tasso di disoccupazione compreso tra il 20% e il 35%, evidenziando gli effetti diretti delle poche opportunità di reddito.
I salesiani cercano di raggiungere, con i proventi di questo forno, due obiettivi: da una parte mantenere sotto controllo i costi di gestione della scuola e offrire delle borse di studio agli studenti le cui condizioni economiche sono più difficili, dall’altra produrre ogni giorno un certo quantitativo di pagnotte (circa 450) da distribuire gratuitamente ai più poveri.
In termini concreti i salesiani donano ogni mese la metà dei proventi del panificio (circa 1800 €) a queste famiglie in difficoltà.
Sono stati individuati attraverso gli assistenti sociali i nuclei famigliari più in difficoltà e la cosa che più ferisce è scoprire che il 60% di questi poveri sono bambini, vittime involontarie del destino dei loro genitori: qui la perdita del lavoro significa letteralmente ritrovarsi in mezzo a una strada, senza ammortizzatori sociali che possano tamponare l’emergenza.
Istituzioni religiose e organizzazioni senza scopo di lucro si adoperano per creare una rete solidale: gli stessi salesiani collaborano con l’Unione delle donne, Lifegate for Rehabilitation (che offre percorsi diurni ed educativi a circa 250 persone con disabilità dai 3 ai 25 anni) ed Effetà (che garantisce percorsi scolastici a 190 bambini non udenti). Circa 450 pani ogni giorno vengono donati a seconda della composizione del nucleo famigliare e al momento vengono così distribuiti: 160 pani vengono consegnati All’Unione delle donne, 200 pani a Lifegate, 70 pani a Effetà e 20 pani a 5 famiglie bisognose della zona di Betlemme.
Ma il numero dei poveri cresce di giorno in giorno e diventa di vitale importanza raggiungere il maggior numero di persone. Il desiderio è quello di allargare la cerchia dei beneficiari sostenendo economicamente i salesiani di Betlemme, perché questo Natale già così irrimediabilmente segnato dalla pandemia possa portare in dono ai più poveri una piccola luce di speranza. Vogliamo che in ogni famiglia si possa spezzare il pane e condividerlo e che ogni bambino possa stringere tra le mani quel bene prezioso, il pane, senza il quale non può esserci comunione.
Unisciti a noi nell’aiutare i nostri missionari. Ti saremo grati noi, i salesiani di Betlemme, le famiglie e i bambini di questa sfortunata terra. Grazie e Buon Natale da tutti noi.