Padre Maurizio Rossi racconta: “Elisa è la prima di tre fratelli, il secondo si chiama Mohamed, il terzo Alain. Lei è cattolica, il fratello musulmano e il terzo fratello protestante. L’ho conosciuta nel ottobre 2012 nella scuola, ora chiusa, della Promozione Femminile dei salesiani a Mahavatse.
Una mattina di ottobre entra nel mio ufficio, tristissima, piangendo. Le chiedo il motivo, mi risponde che è morta la nonna, l’ultima persona cara che aveva.
Due anni prima era scomparso il padre, in mare mentre pescava con una vecchia piroga; da 10 mesi era rimasta orfana anche della mamma, a causa del cancro al seno. Ora se n’è andata la nonna, un po’ per vecchiaia un po’ per crepacuore vedendo i nipoti ancora piccoli e soli. A non ancora 17 anni Elisa si trova a fare la capofamiglia, con il fratello Mohamed in terza media, e Alain, il più piccolo, in quinta elementare.
Piange, e le lacrime le sgorgano abbondanti dai grandi occhi neri. Il buio di colpo è piombato nella sua vita. È disperata. Aspetto in silenzio e le porgo un fazzolettino di carta. Si asciuga gli occhi e mi chiede: “Chi mi aiuterà  ? Mia nonna – mi dice – aveva una magra pensione con la quale riuscivamo a stento a mangiare; la casa dove siamo non è nostra e c’è l’affitto da pagare. Qui a Tulear non abbiamo parenti, i pochi che restano in vita sono lontani a Mahajanga”.
L’ascolto e, commosso come lei , le rispondo: «Non temere, Don Bosco ti ha aiutato fino ad ora e Don Bosco continuerà ad aiutarti, ad aiutarvi». La invito a ritornare domani per farmi conoscere i suoi due fratelli. Arriva il giorno dopo alle 8 del mattino. Dopo una breve conversazione mi comunica che lei vuole cercare lavoro, per sostenere la sua famigliola. La invito a riflettere che forse la soluzione migliore è quella di frequentare la scuola per due anni. La scuola alberghiera è appena iniziata qui al Centro Don Bosco ed è certamente la migliore opportunità per lei. Poi sarà più facile trovare lavoro. Mi chiede per i due fratelli: le rispondo che troveremo una borsa di studio per tutti e tre. Insieme alla borsa di studio, potranno avere anche un contributo per l’affitto della loro casa e per il cibo di ogni giorno. Iniziamo per questo mese di ottobre – le dico – e poi Don Bosco provvederà . Accettano ed escono contenti dal mio ufficio.
Per tutti e tre i fratelli inizia un anno scolastico che terminano con buoni risultati. Durante le vacanze Elisa ha l’opportunità di frequentare uno stage in un supermercato di Tulear, recentemente aperto. Anche il secondo anno di scuola porta buoni risultati e la promozione finale per tutti e tre. Elisa quindi ritorna al supermercato e grazie all’intervento del Centro Don Bosco, non solo frequenta un secondo stage di tre mesi, ma subito dopo viene assunta per una anno. Con il primo salario può così pagare già il cibo e l’affitto della casa.
Il giorno dell’assunzione è corsa nel mio ufficio comunicandomi la bella novità . È raggiante e non finisce di raccontarmi la sua gioia e la sua soddisfazione. Ora inizia a vedere più chiaro davanti a lei e a sperare di nuovo nel futuro, per lei e per la sua piccola famiglia.
Penso a Don Bosco che da lassù, guarda e sorride e ancora compie dei piccoli miracoli per i giovani di tutto il mondo, anche in Madagascar, per dare loro educazione, formazione, dignità e lavoro, e farne, ieri come oggi, «degli onesti cittadini e dei buoni cristiani».
Grazie a Don Bosco e grazie a tutti coloro che aiutano i missionari a realizzare i sogni del Santo per i giovani.”