Lo slum di Kuwinda: degrado nella periferia di Nairobi

Degli oltre 280 bambini di strada accolti al Bosco Boys 45 provengono dallo slum di Kuwinda, che si estende su un’area di 2 ettari, dove abitano 1400 famiglie, per un totale di 7000 persone.

È sorto nel 1978 per raccogliere persone sfollate dopo le demolizioni di altri villaggi iniziate nel 1971 ed è considerato un’opportunità a basso costo per quanti lavorano in città o nelle piantagioni e nelle aziende agricole di Ngong e Kajiado. È anche un luogo di transito per coloro che dalla terra maasai si spostano in città. La maggior parte delle case è di fango e canne; poche sono costruite con lamiere e vecchie latte. Le case hanno 2 o 3 stanze, ma pochissime hanno il pavimento di cemento. L’acqua corrente è disponibile, tuttavia ci sono solo 11 punti d’acqua e non sono equamente distribuiti. Solo due punti d’acqua forniscono acqua gratuitamente, gli altri sono di proprietà privata: una tanica da 20 litri costa 3 centesimi di euro.

Ci sono 43 latrine, 25 delle quali fuori uso e alcune altre a pagamento.

Non c’è una rete elettrica. La raccolta dei rifiuti non è gestita correttamente, la maggior parte dei residenti getta i rifiuti domestici in giro e il villaggio è quindi pieno di immondizia.

C’è una scuola primaria per i bambini a Mwiara, ma è distante 30 minuti di cammino. Nel villaggio c’è una scuola materna. Manca invece una scuola secondaria nei paraggi.

Non vi è alcuna struttura sanitaria nello slum e gli abitanti di solito devono rivolgersi al medico a Rongai, in centri privati o missionari. Tuttavia ci sono alcuni assistenti sanitari e ostetriche addestrati residenti nell’insediamento.

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