Liberia, una Quaresima di fraternità malgrado l’emergenza

Il nostro carissimo padre Riccardo Castellino, missionario a Tappita in Liberia, ci ha inviato una mail di vicinanza ed affetto, condividendo con noi questi giorni di attesa legati all’emergenza Covid19 ma soprattutto lo spirito cristiano che ci accomuna nella Settimana Santa.

Cari amici,

pensavo di scrivervi prima della Settimana Santa perché credevo che una serie di impegni non mi avrebbero più lasciato il tempo di farlo. Avevamo programmato di fare il Triduo Santo e la Pasqua qui in Tappita con la partecipazione di tutte le Comunità dei villaggi, di battezzare tutti i catecumeni che avevano terminato la loro preparazione e  di benedire i matrimoni di coloro che, pur essendo insieme da anni, non si erano mai preoccupati di celebrare il matrimonio cristiano. Ma data la presente situazione, probabilmente avrò più tempo libero che mai…

Seguo – come tutto il mondo –  con apprensione gli sviluppi della situazione di questi ultimi tempi nel nostro “bel paese”. 

Credo che nessuno meglio dei Liberiani sia in grado di capirvi, la Liberia è una nazione che è stata in quarantena per 2 anni a causa dell’Ebola (2014-2016, con 4.800 morti … in un paese che conta poco più di 4 milioni di abitanti). E adesso, dopo appena 4 anni, sta di nuovo combattendo con lo spettro di una simile se non peggiore situazione. A tutt’oggi i casi positivi confermati ufficialmente sono 5 [dati che si riferiscono a fine marzo – inizio aprile, ndr]. Misure molto strette, come un pò in tutto il  mondo, sono in vigore. Speriamo che funzionino, perché si ha la sensazione che in Africa l’esplosione dell’epidemia debba ancora arrivare. Ognuno sta vivendo questa esperienza in modo unico e personale, si dà le sue spiegazioni, impara le sue lezioni, tira le sue conclusioni…

Ma c’è un insegnamento molto chiaro che è bene imparare e non dimenticare: quanto siamo fragili come individui e come umanità intera.  Quando ci sentiamo padroni del mondo e crediamo di poterne fare quello che vogliamo… ci accorgiamo che basta un nulla per ridimensionarci, riportarci alla nostra piccolezza. La Quaresima 2020 non sarà facilmente dimenticata, se non come “Quaresima” … certamente come “Quarantena”.

Ogni anno la Quaresima offre un cammino che ci rinnova, ci ricorda la nostra fragilità non solo biologica ma anche morale, ci ridimensiona e ci invita a riavvicinarci a Dio. La Quarantena non è una scelta, ma un’imposizione senza alternative.

Pur nel mezzo di tutta la sua tragicità ci aiuta a scoprire valori che sono stati messi in soffitta: la solidarietà e l’attenzione ai più vulnerabili, il senso di comunità contro il senso di autosufficienza personale e individualismo del “pensa a te stesso”.

D’altra parte è la tattica che Dio ha usato con il popolo di Israele. Quando questo esagerava un pò troppo, usava la mano pesante per ricordargli la sua fragilità; potremmo dire che lo metteva in quarantena: 40 anni nel deserto, 40 anni in esilio …  Ma non l’ha mai abbandonato. Finita la quarantena la vita ha ripreso il suo corso normale e il popolo aveva imparato la lezione. Dobbiamo tutti far sì che la memoria corta non ci inganni, facendoci presto dimenticare la lezione… 

Probabilmente la Quarantena aiuterà tutti noi a riscoprire la Quaresima.

Anche se il cammino è ancora lungo e imprevedibile alcuni bagliori di luce sembrano apparire al termine del tunnel. Alla Quaresima e al Venerdì Santo segue la Pasqua di Resurrezione, ritorna la vita, la gioia, la speranza.

Fra pochi giorni è Pasqua. A tutti i miei migliori Auguri.

Don Riccardo Castellino, sdb

 

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