11 maggio 2019
Cari amici,
siamo arrivati a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. In questa enorme città di circa dieci milioni di abitanti – è d’obbligo, quando si parla di numeri in questo Paese, premettere sempre un “circa” perché sono decenni che non viene fatto un censimento della popolazione e dunque non si sa esattamente quanti abitanti ci siano. Certo è che si vede gente ovunque lungo le strade, sia durante il giorno sia la notte. Il traffico è caotico e impressionante in particolare in occasione degli incroci stradali. I semafori sono una rarità e le precedenze un optional… chiunque si permette di andare dove gli pare, persino imboccando i viali a più corsie in senso contrario, quando qualcuna di queste corsie è libera. Una autentica “maledizione” sono i taxi privati – micro bus e city car – di colore giallo che per accaparrarsi i viaggiatori accostano continuamente al ciglio della strada creando “tappi” spaventosi di auto che stanno ferme anche per mezz’ora sullo stesso posto. Per fare circa dieci chilometri ci abbiamo impiegato due ore: estenuante!
I salesiani sono presenti in questa città da trent’anni ed ora hanno cinque grandi opere sparse in diversi quartieri della città. Lukunga – nel 1988 – è stata la prima presenza ed ora ci sono: la parrocchia, la scuola primaria e quella secondaria, il centro di formazione professionale ed una comunità per ragazzi di strada che i servizi sociali ci inviano e che gradualmente riusciamo a reintrodurre in famiglia oppure a dar loro istruzione e professionalità per inserirsi nella vita da adulti responsabili. La seconda opera è stata Kingabwa – nel 1999 – nella quale abbiamo la parrocchia, la scuola primaria e secondaria. Nel 2002 abbiamo aperto la terza opera – Masina – con la parrocchia, la scuola materna, la primaria e la secondaria, il centro di formazione professionale. Visto il successo del sistema educativo delle scuole di Don Bosco nel 2013 il Ministro dell’Educazione ci ha chiesto di prendere in gestione una parte di un complesso scolastico molto grande presente a La Gombe, anch’esso un quartiere centrale di Kinshasa. Ci troviamo quindi a coordinare una scuola tecnica superiore che si trova dentro un enorme campus educativo. Infine nel 2017 c’è stata l’ultima fondazione che, sempre a Masina vicino all’opera già presente, ha visto l’apertura di una nuova sede di coordinamento delle presenze salesiane in questa parte del Congo e del vicino Congo Brazzaville, coordinamento che noi salesiani chiamiamo “sede ispettoriale” con annessa la casa di formazione per i giovani aspiranti alla vita salesiana. Una bella presenza di 15 giovani che vivono insieme ai salesiani per verificare se l’intuizione che hanno sentito nel cuore può tradursi in una vocazione per tutta la vita abbracciando la vita religiosa nella congregazione dei figli di Don Bosco.
Le nostre scuole sono molto richieste dai genitori che desiderano una seria educazione per i loro figli. Ovunque siamo stati abbiamo trovato migliaia di allievi in classi che mediamente sono composte da una cinquantina di allievi ciascuna. Purtroppo il sistema scolastico statale lascia molto a desiderare perché i docenti a volte devono aspettare anche dei mesi per ricevere lo stipendio. Evidentemente se hanno una famiglia da mantenere non possono attendere tempi così lunghi per ricedere il proprio compenso. Questo li stimola a cercare altri lavori e lavoretti che li impegnano a scapito della dedizione all’insegnamento. A patirne le conseguenze è la qualità dell’educazione e l’apprendimento degli allievi. Da noi, invece, i professori sono pagati dignitosamente e soprattutto con regolarità e questo favorisce un inizio, il proseguimento e la conclusione regolare dell’anno scolastico.
Un giorno del nostro soggiorno l’abbiamo passato visitando le opere salesiane che sono nello stato adiacente, al di là del fiume Congo, a Brazzaville. Al nostro rientro a Kinshasa, nel tardo pomeriggio sbarchiamo sulla stazione fluviale. Indosso la maglietta con il logo di Missioni Don Bosco ben stampato sul davanti. Un uomo seduto all’ombra e che vendeva bibite, vedendomi, esclama: ” Don Bosco è una benedizione straordinaria per tutti i giovani dell’Africa”.
Migliore definizione per quello che fanno i nostri confratelli in questo povero Paese non poteva esserci. Anch’io, che pure congolese non sono, ho gonfiato il petto carico di sano orgoglio!
Giampietro Pettenon