Kami è un piccolo villaggio a 4.000 metri di altezza, sulle Ande boliviane. Da tanti anni padre Serafino Chiesa è l’anima di questa missione e insieme ai suoi confratelli affronta ogni giorno le difficoltà legate alla natura impervia, all’isolamento e alle scarse opportunità che il contesto offre alla popolazione. Per diverso tempo l’economia di questo paesino ha potuto contare su un’unica fonte di reddito, le miniere da cui si estraggono minerali, come il wolfram, che entrano a far parte della componentistica di molti apparati tecnologici che noi usiamo quotidianamente come televisori e cellulari.
Per cercare altri sbocchi lavorativi e per rendere più autonomo il villaggio Serafino ha pensato di rimettere in funzione una vecchia centrale idroelettrica abbandonata dallo Stato. Oggi questo sogno è diventato realtà e dà lavoro a diverse persone. E siccome i sogni non hanno limiti la centrale si è ingrandita ed oggi è un’opera di eccellenza che fornisce energia alla missione, al villaggio e che permette di vendere l’eccedenza di produzione allo stesso Stato boliviano. Ora è in fase di ultimazione l’ultimo tratto della rete idroelettrica, grazie alla tenacia di un uomo che ha speso la sua vita per questa gente, maturando le competenze necessarie (e non sono poche!) per portare in dirittura di arrivo un progetto talmente incredibile che solo qualcuno con una forza di volontà eccezionale poteva concepire. Un enorme grazie va anche a tutti i volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze per dare forma a questo sogno e renderlo reale. Qualche settimana fa padre Serafino ci ha scritto per aggiornarci sulla situazione, vogliamo condividere con voi la sua lettera perché dà l’esatta misura di cosa significhi essere missionario in una terra impervia e quali carichi di lavoro un uomo debba sostenere per offrire opportunità di crescita a chi non ha avuto la fortuna di nascere in un paese ricco. Buona lettura!
“Ciao a tutti, grazie per il ricordo e l’accompagnamento che ci date.
Qui i lavori vanno molto a rilento per le molte difficoltà che si incontrano. Nella costruzione della galleria siamo a quasi mille metri da una parte e lottiamo contro l’acqua che ci inonda e che dobbiamo pompare fuori con fatica, usando  3 pompe grandi. Per alleggerire il lavoro e sfogare l’acqua in modo abbiamo cominciato la perforazione dal lato opposto e siamo a circa 40 metri, ma di là la galleria deve andare in salita a circa 50 gradi di pendenza e quindi è piuttosto faticoso e soprattutto pericolosa per chi opera, per il rischio continuo di cadute di sassi che più si avanza e più cadono dall’alto con rischi maggiori. Dall’altra parte abbiamo preparato un accampamento con cucina, bagni e dormitori per gli operai e dalla prossima settimana i muratori cominceranno a fare le gettate della casa macchine… stiamo aspettando ancora i disegni di dettaglio dell’opera, che ci preparano i volontari del gruppo GVTS di Schio, splendide persone che ci accompagnano fedelmente e con molta generosità . Speriamo per fine anno di finire la costruzione della casa macchine e così poter lavorare sotto il tetto per il tempo di pioggia che si avvicina.Â
Intanto si lavora anche sul fronte delle manutenzioni delle macchine e dei camion, particolari problemi ci ha dato la ruspa…. Ormai ha 25 anni e tutti i momenti ha qualche guaio nuovo da risolvere… . All’opera di presa abbiamo dovuto fare le manutenzioni solite per rimediare ai danni del tempo delle piogge. Abbiamo realizzato la linea elettrica di 3 km dalla centrale attuale alla nuova Chicote Chico per poter disporre della corrente nel fare i lavori di perforazione e del cantiere per la costruzione della casa macchine.
Insomma, siamo in ritardo ma siamo vivi e cocciutamente convinti di andare avanti.
La conclusione della galleria è prevista a breve e se ce la faremo si darà il via libera per il disegno finale della condotta forzata, che è un nuovo traguardo da raggiungere. Non mi soffermo su altri dettagli per non annoiarvi ma vi assicuro che i continui imprevisti non ci permettono di annoiarci.
 Pregate per noi affinchè il Padrone della messe ci mandi tanti collaboratori che ci aiutino a superare le difficoltà . Un abbraccio a voi, a Giampietro e a tutto il gruppo di Missioni Don Bosco.  Saluti dalla comunità di Kami.
Con riconoscenza, P. Serafino
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