India: un progetto per i bimbi delle borse di studio e le loro famiglie

Le notizie che arrivano dall’India sono scioccanti: il 24 giugno si è registrato il più forte aumento di contagi da Covid-19 in un giorno, 15.968 nuovi casi. L’India è la nazione più colpita dopo Stati Uniti, Brasile e Russia. Dall’inizio di aprile il numero dei nuovi casi giornalieri sale costantemente, ma negli ultimi 20 giorni la situazione si è aggravata in maniera importante a causa della riapertura decisa dal governo.

Ad oggi si contano 566.840 casi confermati e 16.893 deceduti. Gli ospedali sono al collasso e i posti in terapia intensiva disponibili si riducono giorno per giorno.

Oltre all’emergenza sanitaria, l’India è colpita da un’altra emergenza, centinaia di milioni di persone hanno perso l’unica fonte di reddito a causa del blocco di tutte le attività lavorative, la quarantena imposta a 1,3 miliardi di indiani ha colpito in particolare i più poveri e i migranti.

I primi di aprile le immagini dell’esodo di decine di migliaia di lavoratori a piedi che lasciavano le grandi città hanno fatto il giro del mondo, persone che vivono per lavoro in città e che sono stati costretti a tornare nei loro piccoli villaggi rurali senza poter fare nulla.

La maggior parte di loro erano lavoratori a giornata, il 90% della forza lavoro indiana lavora nell’economia informale, riceve paghe irrisorie e manda una buona parte dello “stipendio” a casa, ora tutto questo non c’è più. Il blocco del Paese intero ha avuto un impatto devastante. Milioni di persone sono senza lavoro, senza retribuzione, senza cibo.

Alcuni Stati hanno esteso il blocco totale: nel Telangana si sta valutando se imporre nuove misure restrittive per 15 giorni nella zona di Hyderabad, il governo del Nagaland ha posticipato il lockdown fino al 15 luglio, quello del Tamil Nadu e Maharashtra fino al 31 luglio.

I salesiani della missione Bosco Seva Kendra di Hyderabad si sono subito dati da fare per aiutare in tutti i modi possibili le persone più fragili e vulnerabili. Comunità povere che vivono nelle baraccopoli e nei villaggi rurali nei pressi di Mangalagiri, Ponnur, Nalgonda, Hyderabad e Pezzonipet. Zone dove circa il 65-70% della popolazione ha ricevuto solo l’istruzione primaria e il 35% di tutte le famiglie vive in povertà assoluta.

Per questo hanno deciso di avviare un progetto di distribuzione di kit alimentari e disinfettanti da distribuire a 400 famiglie dei bambini beneficiari delle adozioni a distanza/borse di studio sostenute da Missioni Don Bosco. Famiglie i cui genitori, lavoratori giornalieri, hanno perso l’unica fonte di reddito a causa delle misure restrittive anti contagio.

Nei pacchi che stanno distribuendo sono presenti 4 saponi per il corpo e per le mani, un disinfettante per le mani e un kit alimentare composto da beni di prima necessità:

  • 10 kg di riso,
  • 2 kg di Dal (preparazione tradizionale a base di legumi),
  • 1 litro di olio,
  • 2 kg di cipolle,
  • 2 pacchi di biscotti,
  • 1 kg di latte in polvere.

Oltre agli alimenti essenziale e il materiale per l’igienizzazione, i Figli di Don Bosco hanno pensato anche ai più piccoli e di conseguenza hanno inserito nel pacco dei libri da colorare, 1 set di matite, alcuni giocattoli, una palla e una corda per saltare.

Il costo totale di un pacco da distribuire alle famiglie dei bambini beneficiari ammonta a 2.000 INR, ovvero 25€.

I bambini sono la fascia più fragile della popolazione soprattutto nei Paesi meno sviluppati dove la chiusura delle scuole significa innanzitutto interrompere le lezioni, dato che non è possibile effettuare nessuna didattica a distanza.

Le borse di studio istituite da Missioni Don Bosco hanno permesso per oltre vent’anni a migliaia di bambini e bambine di accedere all’istruzione primaria e secondaria e hanno garantito la retta scolastica, il materiale didattico e un pasto della mensa, che per molti di loro rappresenta l’unico apporto nutrizionale della giornata. Ora tutto questo è bloccato, perché la maggior parte di scuole sono chiuse da circa tre mesi, le famiglie hanno perso il lavoro e non riescono più a sfamare i propri figli.

Grazie a Missioni Don Bosco che è intervenuta prontamente per sostenere i programmi di adozioni a distanza anticipando le quote dei benefattori e grazie al vostro sostegno ora 400 famiglie, i cui figli sono beneficiari delle borse di studio da noi sostenute, hanno potuto ricevere il kit composto da cibo, dispositivi igienico-sanitari e materiale didattico!

Grazie per avere permesso a queste persone di non patire la fame e di salvaguardare l’igiene personale difendendosi dalla pandemia, che non solo sta compromettendo la loro salute ma anche la stessa possibilità di svolgere quei lavori informali con cui potevano mantenersi.

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