Dall’8 gennaio in Ecuador è stato decretato lo stato di emergenza: le rivolte, gli assalti e gli omicidi ad opera delle bande del narcotraffico stanno destabilizzando il Paese e terrorizzando la popolazione. «Martedì 9 gennaio abbiamo vissuto una delle giornate più violente, caratterizzata da attentati, saccheggi, rapine e dall’apparizione di un gruppo di criminali armati in un programma televisivo», ci scrivono i Figli di Don Bosco, «ciò ha causato uno stato di agitazione a livello nazionale». L’allerta sulla situazione in Equador è stata lanciata da tempo, ma solamente i fatti recenti l’hanno portata all’attenzione dei media internazionali.
Padre Marcelo Farfán è l’ispettore salesiano dell’Ecuador. Il contatto quotidiano con i giovani negli spazi degli oratori, nelle scuole e nei centri di formazione professionale gli consente di comprendere dove risiedano le cause neanche molto remote dei fenomeni oggi alla ribalta della cronaca.
«Una delle strategie dei narcotrafficanti è di offrire gratuitamente la droga ai ragazzi per creare dipendenza, così questi divengono pronti a fare qualsiasi cosa pur di averne. Il pagamento delle loro prestazioni avviene con denaro e sostanze.»
In un Paese in cui negli ultimi anni il traffico di stupefacenti è cresciuto a dismisura, si stima che il 30% dei 18 milioni di abitanti viva in povertà: «è una delle cause principali dell’aumento della violenza e dell’insicurezza», evidenzia l’ultimo report delle Nazioni Unite, «La mancanza di opportunità di lavoro e la scarsa istruzione hanno reso i giovani facili reclute per le bande criminali. E queste bande stanno a loro volta alimentando la povertà estorcendo piccole imprese, prendendo piede nelle scuole e interrompendo l’istruzione dei bambini, e creando una tale paura e disperazione che un numero crescente di ecuadoriani sta semplicemente lasciando il paese».
I salesiani dell’Ecuador ci ha raccontato che «le bande cercano di arruolare bambini e gli adolescenti con la promessa di denaro facile. I nostri bambini ormai riconoscono le diverse bande in base alla marca e al colore delle moto».
La Fundacion Proyecto Salesiano di Guayaquil è un’alternativa per i giovani ad alto rischio sociale: i salesiani, che offrono formazione e orientamento nel mondo lavorativo al fine di ottenere il loro inserimento nella società, vogliono garantire pasti bilanciati a 120 minori che non frequentano regolarmente la scuola, fanno parte di famiglie monoparentali e spesso sono vittime di lavoro minorile.
Nonostante il coprifuoco e la presenza costante delle bande in città, i missionari di Don Bosco stanno riuscendo a portare avanti le attività, i centri di Guayaquil continuano ad essere degli spazi sicuri. Vogliamo sostenere un progetto indispensabile per la crescita sana dei ragazzi, soprattutto in un momento molto delicato come questo, facciamoci sentire di fronte a questa emergenza che non sappiamo come si evolverà.