Il rientro a scuola al Centro Don Bosco di Bukavu

Don Pietro Gavioli, missionario a Bukavu, capoluogo della provincia del Kivu Sud della Repubblica Democratica del Congo, ci ha scritto per informarci che per il momento la pandemia non si è ancora manifestata in maniera grave e generale nella zona al confine col Ruanda.

All’interno della missione di Bukavu il principale centro salesiano è la scuola professionale Tuwe Wafundi, una scuola informale dove vengono accolti ogni anno più di 100 enfants en situation de rue, bambini in situazione di strada, giovani vulnerabili a cui viene offerto un rifugio e un percorso di formazione professionale secondo le loro capacità: corsi di saldatura, falegnameria, muratura e meccanica.

Generalmente la formazione dei ragazzi dura 11 mesi, più 3 mesi di stage in cui i giovani mettono subito in pratica il lavoro. La scuola accoglie ragazzi che spesso sono analfabeti, non hanno terminato la scuola primaria oppure l’hanno abbandonata. Per questo motivo il percorso di studi prevede due mesi di alfabetizzazione e recupero scolastico, poi gli allievi vengono distribuiti, in base alle loro capacità, in quattro laboratori (muratura, montaggio e saldatura, falegnameria e meccanica automobilistica) dove seguono una formazione prevalentemente pratica. Coloro che superano l’esame finale iniziano un tirocinio organizzato e monitorato dall’Ufficio del lavoro della scuola salesiana.

Quest’anno a causa della pandemia e delle restrizioni per contenere il contagio da Covid-19 la scuola è stata costretta a chiudere dal 20 marzo fino a fine luglio, è stata una decisione molto difficile poiché chiudere la scuola significa interrompere un percorso di formazione fondamentale che riesce a dare speranza e futuro ai giovani e alle loro famiglie molto svantaggiate.

Rispettando le disposizioni del governo la scuola è riuscita a riaprire con una programmazione scolastica straordinaria, le lezioni hanno ripreso dal 3 agosto fino al 31 ottobre per recuperare i quattro mesi persi. A inizio novembre gli studenti hanno iniziato a sostenere gli esami per l’attestato professionale e i promossi a breve potranno iniziare il corso di formazione pratica di tre mesi in alcune fabbriche, cantieri e botteghe artigiane.

Il Centro Don Bosco di Bukavu inoltre porta avanti un progetto di accoglienza dei ragazzi che vivono in strada. Durante l’anno un team di psicologici e di assistenti sociali fa di tutto per toglierli dalla strada e aiutarli a riavvicinarsi alle famiglie. Dopo il percorso di accoglienza, quello scolastico e di formazione professionale, quest’anno gli assistenti sociali sono andati in visita presso le famiglie per cercare di instaurare un rapporto di mediazione e confronto. Durante le vacanze alcuni bambini hanno trascorso alcune settimane con le famiglie che sono rimaste piacevolmente sorprese dal loro cambiamento di comportamento e hanno accettato di accoglierli nuovamente in famiglia.

Per non rischiare che i bambini tornino in strada poiché alcune madri magari non sono in grado di garantire viveri sufficienti per i propri figli (nel Centro Don Bosco sono previsti tre pasti al giorno) e per sostenere le famiglie, è stato previsto un monitoraggio costante della condizione familiare e un percorso di AGR (attività generatrice di reddito) per le mamme dei bambini. Un piccolo finanziamento utile per esercitare un’attività, migliorare il tenore di vita delle famiglie per poter crescere i bambini nel miglior modo possibile.

Oggi Padre Gavioli ci ha chiesto un aiuto per attrezzare e arricchire i laboratori di formazione professionale con nuova strumentazione. Per garantire un futuro ai ragazzi di strada che frequentano la scuola, don Gavioli ha bisogno di acquistare frese abrasive e da taglio, incudini di acciaio e altro materiale fondamentale per la formazione annuale dei giovani futuri lavoratori. Aiutaci, se puoi!

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