Oggi vi vorrei raccontare la storia dei bambini accolti al Child Protection Centre di Ibadan, in Nigeria, che ho visitato a fine settembre. Una realtà che ha visto la luce nel 2017, grazie all’impegno di don Vincenzo Marrone e di un altro salesiano piemontese, Paolo Vaschetto, uno spazio pensato per recuperare i bambini e i ragazzi di strada attraverso un percorso educativo e psicologico, fatto di cura e amore. Inoltre, i missionari collaborano con gli assistenti sociali e le risorse del territorio per lavorare al ricongiungimento dei ragazzi con le famiglie d’origine. Se questo non è possibile, si propone a qualche parente o ad un’altra famiglia di impegnarsi ad accompagnare il bambino o la bambina nel suo percorso di crescita.
La struttura è completa e ha tutto ciò che serve: c’è il dormitorio, composto da due camerate da 20 letti ciascuna, al fianco delle quali troviamo la stanza “dell’angelo custode”, un adulto di riferimento disponibile giorno e notte; le cucine con il refettorio, delle stanze per l’amministrazione e alcune classi con supporti multimediali perché i ragazzi possano seguire delle lezioni e intrattenersi imparando ad utilizzare i nuovi media.
A mostrarci con orgoglio la struttura oggi è padre Linus, un “prete di strada”: tutte le sere si avventura nei pressi dell’enorme mercato di Ibadan, una città grande e caotica da 8 milioni di abitanti. Nelle zone più trafficate si incontrano facilmente bambini soli e abbandonati che si riuniscono in piccoli gruppi per riuscire a sopravvivere. Guadagnano pochi spiccioli trasportando cassette, vendendo acqua ai semafori, chiedendo l’elemosina… Vivono esposti a pericoli di ogni tipo, sfruttamento, violenza. Sono sporchi, spaventati, affamati. Lo sguardo amorevole dei missionari accoglie questi bambini a cui manca una guida, offrendo loro un aiuto concreto per tornare a vivere serenamente e, quando possibile, per riabbracciare i propri genitori.
In questo Natale alle porte vi voglio regalare una storia a lieto fine, un momento speciale che ho vissuto in prima persona: una sera ho deciso di accompagnare padre Linus nei suoi giri per le periferie…
Mentre camminavamo, due bambini si sono avvicinati a noi: il loro sguardo era intimorito, ma allo stesso tempo fiducioso. Dopo essersi affiancati per qualche passo, chiedono a padre Linus di poterlo seguire, di andare via con lui. Sono così arrivati, quella stessa sera, al CPC: dopo una doccia calda, un cambio di abiti e un buon pasto, hanno vinto le loro paure e si sono messi a giocare con gli altri bambini, iniziando sotto i nostri occhi il loro percorso di riabilitazione. Oggi il più grande, Feranmi, frequenta una scuola lì vicino, mentre il più piccolo, Elijah, ha iniziato un percorso di alfabetizzazione; entrambi vivono al Centro di Protezione per l’Infanzia, rassicurati dalle cure amorevoli di padre Linus e dell’assistente sociale che lo affianca, Eunice. Che gioia immensa! Questi sono i veri Miracoli di Natale!
La straordinaria ordinarietà di quella serata mi ha fatto capire fino in fondo come questa missione sia fondamentale per il futuro di questi piccoli! L’obiettivo finale è quello di ricondurre i ragazzi alle loro famiglie, intento né semplice né scontato, ma per cui i miei confratelli salesiani si impegnano moltissimo, esponendosi ogni giorno in prima persona.
Padre Linus può continuare ad uscire per accompagnare questi bambini vulnerabili verso il calore di un abbraccio ritrovato… Cosa c’è di più natalizio di questo?
Buon Natale da tutte le missioni salesiane nel mondo!
Padre Daniel