“La migrazione non è solo un affare per grandi”: il dramma dei migranti minorenni

Lo ha ricordato anche Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: i migranti minorenni sono “tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.

Secondo i dati raccolti nell’ultimo Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes a oggi i minori immigrati presenti in Italia sono 1.085.274, ovvero il 21,6% del totale degli stranieri. Oltre 100.000 sono nati in Italia nel 2014 da almeno un genitore straniero e più di 75.000 hanno entrambi i genitori stranieri.

Un fenomeno che, a partire dal 2008, è cresciuto diventando estremamente grave negli ultimi tempi è quello dei minori stranieri non accompagnati o anche minori separati, che sono circa il 75% dei giovani che approdano sulle nostre coste. Il loro numero, inoltre, è più che raddoppiato, passando dai 12.360 del 2015 ai 25.772 del 2016. Sono di 80 nazionalità diverse, ma la maggior parte proviene da Egitto, Gambia, Guinea, Senegal, Tunisia e Pakistan.

La situazione di questi bambini e di questi ragazzi richiede una considerazione particolare, perché devono essere tutelati nei loro diritti fondamentali e devono essere accolti in centri che garantiscano l’attenzione ai traumi subiti nel corso del viaggio.

Circa 4000 di questi minori, prevalentemente maschi, sono richiedenti asilo: oltre l’80% ottiene una protezione umanitaria, il 4% lo status di rifugiato, il 3% la protezione sussidiaria. 

A vedersi riconosciuto lo status di rifugiato sono prevalentemente somali, ghanesi, maliani, senegalesi, nigeriani ed egiziani, che provengono da Paesi dove sono in atto guerre o conflitti. In allarmante aumento, la percentuale di minori a cui non è stata riconosciuta alcuna forma di protezione (33%).

Paola Schinelli, cooperante del VIS in Senegal, racconta così la realtà dei giovani che decidono di lasciare il loro paese per inseguire il sogno Europa: “Si parla di migrazione e l’immagine che si stampa nella nostra testa è quella di piccoli gruppi di uomini, adulti, pronti ad affrontare qualsiasi cosa pur di arrivare in Europa e di trovare un’opportunità per sé e per la propria famiglia che è rimasta in terra natia. La realtà è diversa: non ci sono solo loro, ci sono anche e soprattutto giovani ragazzi, minori che viaggiano soli perché loro sono la speranza per il futuro, un futuro radioso per l’Africa che aspetta, per quelle famiglie, madri e padri, che hanno rinunciato a veder farsi uomo un figlio in cambio di un po’ di soldi, che faranno vivere meglio sorelle e fratelli più piccoli.
La migrazione non è solo un affare per grandi e questo lo si vede negli sguardi impauriti di ragazzi che scendono dai barconi e nei volti tremanti dei bambini che con le loro madri approdano sulle nostre coste: sono loro il vero simbolo della migrazione, della ricerca di un futuro migliore oltremare”.

La comunità internazionale è chiamata ad affrontare le cause che nei Paesi d’origine provocano le migrazioni, impegnandosi, come rammenta il Papa, “ad estinguere i conflitti e le violenze che costringono le persone alla fuga. Inoltre, si impone una visione lungimirante, capace di prevedere programmi adeguati per le aree colpite da più gravi ingiustizie e instabilità, affinché a tutti sia garantito l’accesso allo sviluppo autentico, che promuova il bene di bambini e bambine, speranze dell’umanità.”

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