Possiamo definirla un’anteprima speciale per il Mese Missionario Straordinario voluto da papa Francesco: è la partenza dei missionari e delle missionarie salesiani dalla Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco il 29 settembre prossimo. Il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime affiderà loro – insieme con la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice – il crocifisso, sintesi dell’impegno che assumono per portare il sapore del Regno di Dio a chi non ha ancora conosciuto la persona di Gesù.
Non è solo curiosità a spingere l’attenzione sulla provenienza e sulla destinazione dei nuovi missionari: rappresentano la geografia mondiale della Chiesa cattolica, attingendo là dove ci sono risorse umane e spirituali per diffonderle dove c’è maggiore attesa. Sono 36 salesiani, di cui:
- 4 vengono dall’Europa
- 4 dall’America Latina
- 12 dall’Africa-Madagascar
- 16 dall’Asia
e sono destinati:
- 1 in Africa
- 1 in Oceania
- 3 in Asia
- 6 in Medio Oriente
- 10 in Europa
- 15 in America Latina.
Le ultime fasi della preparazione
I partenti stanno vivendo in questi giorni il Corso di Orientamento per i nuovi missionari salesiani, iniziato il 1° settembre. Si svolge nella comunità salesiana di San Tarcisio a Roma, presso le Catacombe di San Callisto. Guida il corso il Consigliere Generale per le Missioni, don Guillermo Basañes con don Gianni Rolandi, responsabile della formazione missionaria che sta passando l’incarico al suo successore, don Joseph Nguyen Phuoc.
Il percorso formativo è necessariamente orientato alla costruzione di un atteggiamento favorevole a un positivo incontro con culture nuove e diverse per questi nuovi protagonisti della missione; ma è integrato dal respiro delle radici profonde della fede cristiana e dalla percezione diretta della cattolicità della Congregazione.
“I nuovi missionari stanno ricevendo in questi giorni un orientamento sulle dinamiche missionarie interculturali” spiega don Basañes, “per far sì che possano approcciarsi adeguatamente alle sfide che li attendono nei nuovi contesti di missione”. Non saranno soli perché i Figli di Don Bosco agiscono attraverso la testimonianza di comunità, sia pure circoscritte, ma certamente dovranno affrontare da soli numerose sfide a incominciare da quella dell’adattamento individuale al contesto ambientale e sociale in cui andranno.
La formazione è anche un “pellegrinaggio” nei siti centrali e più risalenti della Chiesa, quelli che contribuiscono a dare la prospettiva fondante della missione: i luoghi dei cristiani costretti a celebrare la loro fede in modo nascosto, i luoghi dei primi testimoni e dei martiri, i luoghi della mirabile progressione dell’annuncio.
“Pellegrinaggio”, perché con questo spirito viene vissuto, anche nei siti che tengono viva la memoria dei primi anni di Don Bosco con i suoi ragazzi, le sfide raccolte nel suo tempo. “Come negli anni passati, il corso prevede una parte di formazione specificamente dedicata all’approfondimento della spiritualità salesiana e missionaria sui Luoghi Salesiani” sottolinea don Rolandi: Colle Don Bosco e Valdocco sono gli ultimi visitati, quelli più vicini al “cuore” dei Figli spirituali del Santo dei giovani. I nuovi missionari hanno ricevuto il 4 settembre la visita di don Ángel Fernández Artime il quale ha sottolineato, in un paterno intervento, il significato del loro essere al servizio dei giovani più bisognosi.
Sulle tracce della partenza missionaria di 150 anni fa
Un sito di particolare significato in relazione alla ricorrenza della 150° Partenza Missionaria è il porto di Genova, da dove partirono i salesiani della prima ora. Il sogno della Patagonia di Don Bosco si realizzò nel 1875, l’anno della prima missione diretta in Argentina. “Fu un contributo per l’assistenza religiosa ai primi emigrati dall’Italia” spiega don Rolandi. Prima a Buenos Aires tra le famiglie e i ragazzi un po’ spaesati con la nostalgia delle origini, poi verso la Pampa via via incontrando le popolazioni native, fino alla Terra del Fuoco.
Con facile gioco di parole, possiamo dire che la prima esperienza dei salesiani fu quella della “terra del fuoco missionario”: un coinvolgimento nelle sorti della Chiesa partendo dal servizio alle nuove generazioni sotto ogni latitudine. È stato questo lo spirito delle origini, è questa la fiamma che brucia nei 36 Figli di Don Bosco nuovi missionari, che saranno segnati in maniera unica da questo Ottobre speciale, voluto da un Papa che – con un provvidenziale gioco di rimandi – è in buona misura figlio spirituale di quella partenza di giovani chierici e confratelli dal “porto” di Valdocco 144 anni fa.
Risuonerà dunque con particolare forza il quadruplice mandato a tutta la Chiesa che viene dal Pontefice argentino:
- ravvivare la coscienza battesimale in rapporto con la missione della Chiesa
- risvegliare la coscienza della missione ad gentes
- riprendere con un nuovo impulso la responsabilità di proclamare il Vangelo
- risvegliare una vitalità missionaria e collocare la missione di Gesù nel cuore della Chiesa stessa.
Per chi non potrà essere presente a Valdocco, ci siamo impegnati a seguire con il mezzo televisivo via etere e via Web gli eventi dell’Harambée 2019 e della partenza missionaria di domenica 29 settembre alle ore 11,00:
– chi abita nell’Italia nord-ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria) potrà seguire l’Harambée sul digitale terrestre attraverso l’emittente Rete7 di Torino, nel programma condotto da don Moreno Filipetto;
– l’agenzia di informazione salesiana ANS riverserà nel Web lo stesso programma
– domenica 29 settembre alle ore 17,00 l’emittente televisiva via satellite Telepace trasmetterà in differita la celebrazione eucaristica presieduta da don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei salesiani.
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