I 10 slum più grandi del mondo: Nairobi al 2° posto

Quello di Kibera, a Nairobi, figura al 2° posto nella classifica degli slum più grandi del mondo stilata dall’Ispi, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. Con i suoi 2 milioni e mezzo di abitanti accoglie circa il 60% della popolazione della capitale. Solo il 20% delle case è provvista di elettricità, manca l’acqua potabile e i servizi igienici sono 1 per 50 persone. (Scopri di più leggendo il nostro articolo Slum di Nairobi: Kuwinda non è l’unico)

Al 1° posto c’è Neza-Chalco-Itza, alla periferia di Città del Messico. Fino all’inizio del secolo scorso nell’area ora occupata dallo slum c’era il lago Texcoco, poi prosciugato per decisione del governo. È abitato da circa 4  milioni di persone.

Al 3° Orangi Town, nei pressi di Karachi, in Pakistan. È il più grande slum in Asia: dei suoi 1,8 milioni di abitanti solo il 20% ha un lavoro fisso.

Al 4° troviamo Manshiet, in Egitto uno dei più grandi slum nel mondo arabo: è abitato da 1,5 milioni di persone, tra cui i profughi sudanesi fuggiti dal genocidio in Darfur, che vivono in una sorta di ghetto interno allo slum.

A metà classifica c’è Khayelitsha, ovvero “Casa Nuova” in lingua xhosa, creato nel 1983 per ospitare i neri che arrivavano a Città del Capo, in Sud Africa. Ancora oggi la quasi totalità dei sui 1,2 milioni di abitanti è costituita da neri.

Al 6° posto risulta Dharavi, alla periferia di Mumbai, in India. Si estende su circa 1,7 chilometri quadrati ed è popolato da 1 milione di persone. In origine era un villaggio di pescatori, oggi una sorta di città satellite della capitale finanziaria indiana.

Nelle successive posizioni della classifica si collocano slum decisamente meno popolati, come Petare, in Venezuela, che con i suoi 370 mila abitanti occupa il 7° posto. È situato a quasi 1000 metri d’altitudine, a est di Caracas, ed è tristemente noto per l’alto tasso di criminalità.

All’8° troviamo Cité Soleil, alle porte della capitale di Haiti, Port-au-Prince. È una delle zone più povere e degradate del paese, ancora di più dopo il terremoto del 2010. In quell’occasione ci vollero circa due settimane per portare i soccorsi umanitari ai  241 mila abitanti di questo slum.

Penultimo Makoko, alla periferia di Lagos, in Nigeria. Detto anche Venezia nera o Venezia d’Africa perché era un tempo un villaggio di pescatori, ospita circa 110 mila persone, prevalentemente originarie del Togo e del Benin.

Chiude la classifica Rocinha, la più grande tra le 700 favelas attorno alla città di Rio de Janeiro, in Brasile. È abitata da circa 69 mila persone e fino a poco tempo fa era luogo di spaccio e attività criminose.

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