Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni

Il 9 agosto ricorre la Giornata internazionale dei popoli indigeni, proclamata per la prima volta dall’Assemblea Generale nel dicembre 1994. Da molto tempo si discuteva della necessità di regolamentare e tutelare i diritti di tutte le minoranze etniche del mondo, in particolare quello all’autodeterminazione e alla terra e finalmente nel 1989 è stata adottata la Convenzione dell’ILO (n. 169) sui popoli indigeni e tribali e il 29 giugno 2006 la Dichiarazione dell’ONU sui diritti dei popoli indigeni, che ha fissato norme minime per la loro sopravvivenza, dignità e benessere.

Sono, tuttavia, evidenti le discrepanze tra quegli ideali e le condizioni effettive di vita che la maggior parte dei popoli indigeni di tutto il mondo è costretta a sperimentare: ingiustizie, emarginazione, povertà sono spesso il denominatore comune delle situazioni che essi devono affrontare, discriminati ed esclusi dai processi decisionali politici ed economici.

Ma tradurre i principi contenuti in quegli atti in una pratica quotidiana, garantendo il rispetto dei diritti delle persone indigene, è possibile. Anzi, è doveroso. Si tratta infatti di 370 milioni di individui, raggruppati in oltre 5000 popolazioni, distribuite in 90 paesi.

I SALESIANI AL FIANCO DELLE MINORANZE ETNICHE

Per garantire alle popolazioni indigene migliori condizioni di vita e salvaguardare le loro risorse tradizionali e la loro identità culturale, i missionari salesiani sono impegnati da anni in una importante opera di promozione umana e sociale che portano avanti in tutto il mondo con grande tenacia.Sono presenti in tutto il mondo, ma il Sudamerica, in particolare l’Amazzonia, un territorio apparentemente inospitale, ma ricchissimo di risorse.

Nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, don Roberto Cappelletti manda avanti una missione raggiungibile solo per via fluviale, che raggruppa più di 15 minoranze etniche. Qui, il missionario salesiano è impegnato in prima linea nella tutela dell’infanzia.

Nella Patagonia argentina, nella regione aspra e inospitale del Chubut, i missionari salesianiaiutano i Mapuche a perfezionare le tecniche di allevamento ovino, che costituisce la loro principale fonte di sostentamento, e con varie attività lavorano per la tutela e la difesa dell’ambiente.

In Mato Grosso, Brasile, Padre Bartolomeo Giaccaria, che vive tra gli Xavante dal 1952, ha allestito un laboratorio farmaceutico per la produzione di farmaci a base di erbe e piante, indispensabili per curare malattie banali che però mietono ancora molte vittime, soprattutto tra i bambini.

IL MEM DEL COLLE DON BOSCO

La volontà dei salesiani di promuovere la conoscenza dei contesti geografici, ambientali e culturali con cui i missionari sono entrati in contatto, per tutelare il prezioso patrimonio culturale indigeno e per dare testimonianza della presenza e dello sviluppo storico delle missioni salesiane è ben espressa nel MEM, il Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco, il cui allestimento, in locali rinnovati, è stato riordinato nel 1988, centenario della morte di Don Bosco. Nel gennaio 2000, in occasione del Giubileo, è stato inaugurato l’attuale allestimento, arricchito nel 2016 di nuovi contenuti multimediali.


IL MUSEO ETNOLOGICO MISSIONI DON BOSCO

Attualmente siamo al lavoro nella sede di Valdocco per allestire il Museo Etnologico Missioni Don Bosco. Questo spazio museale racconta di un incontro: quello tra i missionari salesiani e le popolazioni con cui, a cominciare dalla prima spedizione in Patagonia del 1875, sono entrati in contatto.

Testimonianza di questo incontro sono gli oggetti che i missionari hanno portato in Italia: esposti in questa sala troviamo utensili, arredi, abiti, ornamenti, frutto della creatività con cui i diversi gruppi umani hanno saputo adattarsi all’ambiente, trasformando le risorse disponibili per le esigenze della vita quotidiana e per la realizzazione delle pratiche culturali e rituali.

I manufatti fanno parte delle collezioni del Museo Etnologico Missionario di Colle Don Bosco e rappresentano un’occasione preziosa per avvicinarsi alla comprensione delle culture con cui i missionari hanno operato e operano in tutto il mondo.

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