Dire grazie ci rende umani – Diario di viaggio in India

25 gennaio 2020

Cari amici,

siamo arrivati in India – nella città di Hyderabad – che si trova nella zona centrale del grande paese asiatico. In questa enorme città che supera gli undici milioni di abitanti ed è la capitale dello stato del Telangana ha sede l’Ispettoria salesiana che coordina le trentadue opere di Don Bosco presenti anche negli stati dell’Andhra Pradesh e dell’Odisha del sud. Questi ultimi si affacciano sull’Oceano indiano orientale.

L’accoglienza dei giovani indiani è stata straordinaria: corone di fiori freschi intrecciati al collo, drappi dai colori sgargianti posti sulle spalle degli ospiti, musica e danze in costumi tradizionali, ci hanno accolto e fatto sentire persone speciali in ogni casa salesiana che abbiamo visitato.

Missioni Don Bosco, grazie all’aiuto di tanti buoni e generosi benefattori, sostiene ogni anno circa trecento “adozioni a distanza/borse di studio” in questa parte dell’India salesiana. Sono ragazzi e ragazze che frequentano la scuola dell’obbligo – che va dai sei ai sedici anni – e che sono poveri. Per questo grazie al sostegno che ricevono possiamo dire che una bella scuola di trecento allievi è di fatto completamente sostenuta con il contributo economico dei nostri benefattori e questi ragazzi e giovani possono sperare in un futuro migliore grazie alla solidarietà di tante buone persone che vivono in Italia.

L’incontro con un buon numero di questi ragazzi, che i salesiani hanno radunato in un pomeriggio di festa memorabile,  è stato commovente e davvero molto emozionante. Ho chiesto a Monica, una ragazzina di tredici anni che ha potuto studiare grazie a Missioni Don Bosco, cosa sogna nel suo futuro. Ha risposto che desidera diventare medico per curare gli ammalati poveri che non si possono permettere cure costose a causa della mancanza di mezzi economici. È proprio “cristiana” questa risposta! “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”… poiché ha ricevuto gratuitamente la possibilità di studiare anche lei intende donare le sue competenze a servizio di chi in futuro ne avrà bisogno.

Anthony invece, ragazzino di undici anni, mi ha posto una domanda davvero seria: “perché ci aiutate?”. Avrei voluto rispondere che è tutta “colpa” di Don Bosco se oggi nel mondo ci sono migliaia e migliaia di salesiani in 134 paesi del mondo e centinaia di migliaia di persone generose – benefattori delle opere salesiane – che hanno a cuore l’educazione dei giovani, specialmente dei più poveri, e che per loro spendono in parte o tutta intera la loro vita e le loro risorse!

Assieme ai ragazzini che ancora frequentano la scuola salesiana c’erano anche alcuni ex allievi che hanno potuto studiare con le nostre di borse di studio. Ricevere da loro una forte stretta di mano, un grazie detto guardandomi dritto negli occhi, lucidi di commozione e con un largo sorriso di gratitudine sul volto, è stato bellissimo e lo dedico a ogni persona buona che ci aiuta a mandare avanti questa immensa “macchina” del bene e dell’amore fraterno che lentamente sta cambiando il mondo, in meglio!

Il sentimento che ha pervaso tutte le opere visitate, tutti i giovani incontrati e tutte le strette di mano è stata proprio la gratitudine.

Dire “grazie” costa poca fatica ma con poco si rendono felici gli altri e si accomunano le persone. Si scende dal piedistallo dell’autosufficienza e dell’egocentrismo. Si sperimenta l’umiltà di riconoscere di aver bisogno degli altri e di non bastare a sé stessi. Dire “grazie” ci rende pienamente umani.

Grazie a voi, cari amici!!!!

Giampietro Pettenon

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