In Cambogia 1 bambino su 10 non arriva a 5 anni. Il tasso di mortalità è infatti di 141 ogni 1000 vite. La causa più comune che determina questi decessi è l’altissima diffusione di malattie come la dissenteria e le infezioni delle vie respiratorie, che potrebbero essere evitate attraverso ordinari interventi di prevenzione e assistenza medica o la somministrazione di vaccini.
Un’altra delle ragioni è la malnutrizione: il numero dei bambini che seguono un regime alimentare insufficiente è diminuito negli ultimi anni (dal 40% nel 2010 al 32% attuale), ma quasi 1 su 2 mostra moderati o severi ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo, proprio a causa di un’alimentazione inadeguata soprattutto nei primissimi mesi di vita. Le condizioni igieniche precarie, la povertà e i servizi sanitari inadatti contribuiscono a rendere la situazione ancora più allarmante.
Nella cornice delle problematiche che colpiscono l’infanzia cambogiana si deve aggiungere anche il basso tasso di scolarizzazione. I tassi d’iscrizione alla scuola primaria sono alti, ma molti studenti ripetono la stessa classe più volte e la media di adempimento del ciclo scolastico primario è superiore ai 10 anni. Mancano strutture scolastiche adeguate e la qualità dell’istruzione è piuttosto scadente. Eredità , questa, del regime militare dei Khmer Rossi: tra il 1975 ed il 1979 le scuole furono smantellate, i materiali didattici distrutti perché ritenuti strumenti potenzialmente eversivi per la popolazione e molti insegnanti brutalmente assassinati.
Assicurare un accesso più equo alle risorse alimentari e migliorare la qualità dell’istruzione sono i requisiti indispensabili per la costruzione di un futuro dignitoso e consapevole dei diritti della popolazione, soprattutto dei bambini.
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