Viaggio missionario in Amazzonia – 3° parte
Completiamo la prima parte del nostro viaggio, a quattro giorni dalla partenza da Torino, con l’arrivo a Iauaretê al confine fra Brasile e Colombia, dove non ci sono più strade né piste per gli aerei ma solo un grande fiume.
Siamo arrivati letteralmente in capo al mondo e ci troviamo a casa! Avvisati del nostro prossimo arrivo dal solerte don Roberto, ed organizzati dalle bravissime suore Figlie di Maria Ausiliatrice, sulla riva con palloncini, striscioni, musica e danze ci sono i bambini e i ragazzi dell’oratorio. Un’accoglienza trionfale, baci e soprattutto tanti abbracci: siamo gli ospiti d’onore a Iauaretê. D’altra parte non sono così frequenti gli ospiti da queste parti, soprattutto se europei!
La cittadina è l’ultimo avamposto brasiliano sul fiume Vaupes, di fronte alla Colombia che vediamo davanti a noi dall’altra parte del fiume. In questo particolare luogo un altro fiume, il Rio Papuri, si immette nel Vaupes, andando a gonfiarne ulteriormente la portata. Iauaretê appartiene dal punto di vista amministrativo al municipio di Sao Gabriel de Cachoeira. Sono distanze inimmaginabili per noi Italiani, abituati ad avere tutto vicino e a portata di mano. Pensate cosa significhi per la salute della popolazione locale avere il primo ospedale a un giorno di barca: una donna incinta aveva la pressione alta e doveva partorire prematuramente, e per non rischiare la vita il marito l’ha caricata sulla barca; dopo dodici ore sono arrivati a Sao Gabriel, appena in tempo per far nascere bene il bambino.
A Iauaretê vivono circa 3.000 persone e nel distretto se ne trovano altrettante, disperse in più di 40 comunità collocate lungo il fiume. Le comunità indigene fino a quarant’anni fa erano il doppio, ma lentamente sta avvenendo un processo di spopolamento delle zone più distanti e difficili da raggiungere.
La popolazione locale vede i beni di consumo e ne resta affascinata. Molti sono superflui, ma tanti altri invece sono utili alla vita, come il frigorifero per la conservazione del cibo in un Paese equatoriale. La gran parte di questi beni funziona con l’energia elettrica e questa, sul fiume dopo Sao Gabriel, si trova solo a Iauaretê dove il governo ha installato un generatore a gasolio.
Il passo successivo è l’acqua potabile in casa. Loro l’aspettano e ce la chiedono. Intanto hanno già messo delle fontane pubbliche lungo le vie principali, però il sogno delle famiglie è di poter costruirsi servizi igienici privati. Le case sono poco più che baracche di pochi metri, con un’unica stanza in cui dormono tutti insieme; i muri sono di legno (qualcuno ha i muri di mattoni) e il tetto in lamiera. Per i bisogni personali ora vanno all’aperto, nella foresta, vicino al torrente. Ma le infezioni e le epidemie, a causa della mancanza di un sistema fognario efficace, sono sempre in agguato.
Gli indigeni di questo vasto territorio sono di molteplici tribù, ma a Iauaretê tutti parlano la lingua tukano e, ovviamente, il portoghese. La scolarizzazione è garantita dal governo che ha assunto in proprio la gestione delle decine di scuole che a suo tempo furono fondate dai salesiani, anche se la qualità dell’insegnamento non è molto elevata. L’anno scorso hanno completato la scuola superiore a Iauaretê ben 80 giovani, ma solo due di loro (due ragazze) hanno superato l’esame per potersi iscrivere all’università a Manaus.
Noi salesiani abbiamo una lunga storia da raccontare in questo territorio. Siamo arrivati nel 1929 ed abbiamo fondato un collegio per interni. Accanto a noi le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno fatto la medesima cosa per le ragazze. Condivisione evangelica nelle comunità locali ed educazione intensiva hanno fatto crescere molti giovani indigeni. Abbiamo avuto, ed abbiamo ancora oggi, vocazioni di salesiani e di suore indigene. Il collegio ha concluso il servizio negli anni ’80 in seguito alla assunzione in carico delle attività scolastiche da parte del governo brasiliano e alla presa di coscienza che le minoranze etniche vanno tutelate e preservate.
Il nostro servizio pastorale come salesiani oggi è di tipo parrocchiale in Iauaretê e nelle molte cappelle lungo i fiumi; nella cittadina poi animiamo un bell’oratorio quotidiano, punto di riferimento per i tanti bambini, ragazzi e giovani.
Animare pastoralmente e cristianamente questa gente è bello e sostanzialmente facile: non si devono impiegare molte parole per far capire loro cosa è la Chiesa. La dimensione comunitaria ce l’hanno radicata nella propria tradizione culturale e sociale, vivono molto tempo insieme in comunità di 40/50 famiglie.
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