A Goma si vive in una situazione fuori controllo

A Goma, in Repubblica Democratica del Congo, si vive ancora in una situazione fuori controllo con rischi indicibili, inizia così la lettera che ci ha inviato il salesiano Pascal Bauma, responsabile delle opere in missione, per raccontarci gli aggiornamenti di un’emergenza umanitaria enorme oramai dimenticata.

Una lettera di pochi giorni fa, ma già datata, poiché lunedì 27 gennaio i ribelli del movimento M23, sostenuti dal Ruanda, sono entrati a Goma, la città più importante della regione del Nord Kivu, e hanno annunciato di aver preso il controllo. In questi giorni i combattimenti sono in corso, ci sono già diversi morti, le strade sono bloccate e gli ospedali sono saturi.

I missionari salesiani stanno bene, ma faticano ad inviarci aggiornamenti perché non c’è elettricità e internet. Le ultime notizie sono di martedì: “dalle 2 del mattino siamo sotto una grandinata di proiettili, non sappiamo come uscire dalle nostre case”, ci scrive Padre Aimée. “manca cibo e acqua, tutti gli sfollati non sanno più dove scappare, la situazione è catastrofica”, aggiunge Monica Corna dell’ong salesiana Vis.

Di seguito il testo della lettera di Pascal Bauma, missionario salesiano di Goma.

Non è una novità, ma questa triste realtà vede le famiglie del territorio di Masisi, una popolazione vulnerabile che ha sopportato molte guerre e guerriglie negli ultimi decenni, costrette ancora a spostarsi a causa degli spari nei villaggi in cui vivono. Fino al 9 gennaio 2025 la situazione amministrativa e politica nel Masisi centrale è stata molto complessa, come dimostra la massiccia presenza di persone in viaggio verso vari luoghi di rifugio. Oltre a diverse masse di persone che affollano la città di Goma e i suoi dintorni, ci sono sfollati provenienti dai territori di Rutshuru e Nyiragongo a causa degli scontri che si sono intensificati a Masisi e nel territorio di Kalehe, nel Sud Kivu.

Goma sta diventando un crocevia di sfollati. Le donne e i bambini, insieme ai giovani uomini, sono i più esposti a ogni tipo di rischio. Molti bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie vedono il loro anno scolastico interrotto da questa situazione di guerra. Tutto questo colpisce anche la stagione agricola, essendo un momento cruciale per seminare, nella speranza di un raccolto per sfamare le persone che vivono non solo nelle aree rurali ma anche, e soprattutto, per rifornire le aree urbane come la città di Goma.

Sono già passati più di due anni dall’apertura dei campi sfollati che circondano la città di Goma e si dice che gli operatori umanitari non siano sempre in grado di soddisfare tutti i bisogni degli sfollati nei numerosi campi. L’attuale instabilità politica fa sì che la città di Goma non abbia sufficienti opportunità di approvvigionamento, soprattutto perché la maggior parte della popolazione non ha accesso al cibo.

Un’altra triste realtà è che ci sono alcune famiglie povere provenienti da diverse zone che, a causa di guerre precedenti, si sono stabilite nella periferia di Goma e che, in segno di solidarietà, ora sono costrette ad accogliere altre famiglie provenienti da zone di conflitto, anche se queste famiglie non si erano adattate molto bene alla vita in città e vivevano in condizioni di vulnerabilità. In generale, è raro trovare aiuti umanitari diretti a queste famiglie, essendo famiglie che vivono in una zona molto nascosta nei quartieri e nei viali periferici della città di Goma.

Alcune famiglie, una volta arrivate a Goma, iscrivono i loro figli subito a scuola nel tentativo di salvare l’anno scolastico corrente, ma non hanno né il materiale scolastico né le risorse finanziarie per pagare le tasse scolastiche richieste. Inoltre, le scuole hanno una capacità molto limitata, per mancanza di spazio, banchi o materiale didattico.

Si conclude così la lettera che abbiamo ricevuto prima dell’occupazione di Goma da parte dei ribelli.

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