Paolo Vaschetto
Paolo Vaschetto
DATA DI NASCITA
LUOGO DI NASCITA
VOTI PERPETUI
1995
TERRA DI MISSIONE
missionari / Paolo Vaschetto
Paolo Vaschetto è stato recentemente chiamato in Italia per prepararsi a un nuovo incarico missionario.
Sono Paolo Vaschetto, salesiano laico. Dal 2001, sono stato missionario in Africa Occidentale: avevo deciso di seguire l’esempio di San Giovanni Bosco e di dedicare la mia vita ai giovani africani. Un’esperienza di vita unica, a contatto con popolazioni, usi e costumi completamente diversi da quelli a cui ero abituato; mi riferisco alla mia situazione precedente di giovane braidese DOC. Una vocazione religiosa nata nell’oratorio di Bra come desiderio di servire il Signore e di servire i giovani, specialmente i più poveri, una decisione che si è consolidata quando si è aperta l’opportunità di andare in Africa, precisamente in Nigeria. Per più di sedici anni mi sono impegnato a rinnovare ogni giorno la promessa originale di dedicare tutte le mie forze per il progetto di Don Bosco e ho cercato di fare del mio meglio prima ad Akure in Nigeria, poi a Sunyani in Ghana. Sono molto contento di aver lavorato con questi giovani, perché sono gli stessi giovani con cui Don Bosco ha lavorato e per il quale ha dato la sua vita. Mi trovavo ad Ibadan, una città situata nella zona dei popoli Yoruba, vicina a Lagos, una delle più famose città del “Gigante Africano”, una città di otto milioni di abitanti in cui facilmente si rifugiano tutti i ragazzi che scappano dai loro villaggi e finiscono per strada. Nonostante i cattolici siano intorno al 10-15% sono conosciuti e apprezzati per le opere di impatto sociale che possono vantare (scuole, istituti professionali, ospedali, centri di analisi, centri di recupero per giovani a rischio…) e per la fama di onestà in un contesto di forte corruzione. La proposta religiosa è uno dei cardini della nostra azione, ma è una proposta equilibrata e senza vincoli, che alcuni scelgono di abbracciare. Ovviamente la situazione è molto più drammatica nel nord del Paese dove la minaccia del Boko Haram rende assai più pericoloso il lavoro di evangelizzazione. Ora, sono rientrato in Italia, precisamente a Roma.Più volte nel corso della mia vita mi è stato chiesto: “Perché hai scelto di andare in missione?” forse la cosa che più mi ha spinto a partire è quella di poter regalare speranza alle persone. Quando i giovani hanno dei modelli positivi cercano di imitarli, vogliono conoscere la gioia di essere cristiani e vogliono cambiare la loro immagine negativa. Questo ha sicuramente un impatto positivo sulla popolazione locale perché vedono che qualcuno lascia il suo paese di origine per condividere con loro generosità, speranza e buona fede.
Ogni giorno nella mia missione ho incontrato bambini, adolescenti e adulti… per me ogni bambino piccolo e ogni giovane sono un dono di Dio… ed è osservandoli che mi accorgevo quanto è importante il lavoro che stavo facendo perché con il sostegno e l’incoraggiamento potevo far compiere passi coraggiosi ai miei ragazzi.
Don Bosco in Ibadan ha una missione di formazione: 80 studenti di filosofia riflettono su come la cultura cristiana possa confrontarsi con la cultura d’oggi e la maggior parte seguirà una vocazione religiosa o sacerdotale. C’è l’oratorio che apre le sue porte all’accoglienza di giovani prevalentemente musulmani per permettere loro di seguire programmi di formazione umana, culturale e religiosa.
Invece, i ragazzi più poveri ed abbandonati che vivono prevalentemente in strada rientrano un uno speciale programma chiamato “Bosco Boys Project” che permette loro di ricominciare a vivere.
Il nostro obiettivo, come salesiani, è sempre stato quello di andare incontro a chi per vari motivi è scappato di casa. Ragazzi dagli 8 ai 14 anni, con una famiglia alle spalle spesso assente o in condizioni economiche disperate. Da alcuni anni conoscono i missionari di Don Bosco come un gruppo di persone fidate che si prende cura di loro nelle necessità primarie e che li rende protagonisti della loro vita.
Questi bambini, questi ragazzi hanno bisogno di sentire l’atmosfera di una famiglia, di vivere in un ambiente piacevole e sicuro dove possano crescere e prepararsi ad una vita adulta e responsabile. Hanno bisogno di trovare un buon lavoro e di crearsi un loro nucleo familiare e la nostra casa è per loro un luogo di scoperta e speranza.
Ho sempre dedicato più tempo ai ragazzi di strada, e ancora più tempo alla formazione delle persone che stanno portando avanti il lavoro con questi ragazzi. Un lavoro che si avvale di assistenti sociali, psicologi, insegnanti, maestri di laboratorio, accompagnati da un buon carisma e tanta passione per i giovani, per l’educazione, in un contesto davvero unico. Un sogno che ha riempito ogni momento della mia giornate!