Padre Vittorio Castagna
Padre Vittorio Castagna
DATA DI NASCITA
LUOGO DI NASCITA
ORDINAZIONE
TERRA DI MISSIONE
missionari / Padre Vittorio Castagna
Sono Padre Vittorio Castagna e da diversi anni vivo in Guatemala, nel distretto dell’Alta Vera Paz. Sono stato chiamato alla vita missionaria appena ordinato sacerdote; sto dedicando il mio tempo e le mie energie per aiutare i Q’eqchi, una popolazione indigena molto antica con cui sono entrato in grande sintonia. Da loro ho imparato ad essere felice, una serenità del cuore non intaccata dalla povertà estrema in cui vivono: quel sorriso interiore che vorrei riportare ai tanti giovani anche qui nella mia amata Italia.
Visitare i villaggi maya, con la loro tradizione millenaria, incentivare la promozione culturale fra queste popolazioni è l’aiuto che noi salesiani intendiamo offrire alla gente. Ma soprattutto, vogliamo dar loro la speranza, specialmente a quelle persone che si sentono abbandonate e dimenticate. Appena diventato sacerdote sono partito per la missione, e per questo devo ringraziare la chiamata del Signore! La gente dei villaggi q’eqchi non ha la luce né l’acqua potabile, ma è felice, tanto che, quando si incontrano, le persone non si dicono buongiorno o buonasera, ma si chiedono: ”Masala chol?”, “È felice il tuo cuore?”, un segno della profonda spiritualità e dello spirito di condivisione che anima questo popolo. A noi giovani manca questa felicità nel cuore, dobbiamo imparare da loro!
Ho ricevuto il crocifisso missionario nel 2010, e a pochi mesi dalla mia ordinazione ho preso il volo per il Guatemala. Prima di scrivere questa mail ho deciso che dovesse passare almeno un anno. Sono in Guatemala da tanti anni ormai, ed ero arrivato con l’idea di fondare una nuova opera in Petén. Invece, dalla sera alla mattina, mi sono ritrovato a seguire l’attività missionaria in 70 villaggi q’eqchi, l’economia della Missione che sono tre case, e l’aiuto alla parrocchia per la gente q’eqchi. Insomma i grandi sogni da fondatore si sono subito spenti, e come mi ha detto il salesiano superiore, un confratello per il Peten si trova, ma a Carchà nessuno ci vuole andare per la lingua e la vita nei villaggi, e tanto meno per gestire un’economia precaria come quella della missione. Insomma mi sono ricordato il detto “hai voluto la bicicletta…”. La cosa non mi fa paura, tanto che rimboccandomi le maniche ho iniziato un progetto di oratori nei villaggi, ho quasi terminato il primo e già sogno di procedere con il secondo. Ho l’appoggio di tutta la comunità e dell’ispettoria, sempre condivido e non faccio passo senza il permesso dei superiori, anche questa e-mail è a conoscenza del mio ispettore. La mia domanda è: siete disponibili per una qualsiasi forma di appoggio alla Missione in Guatemala? Qui la comunità è pronta, è una bella comunità, siamo abbastanza giovani ed entusiasti. Bene affidando tutto il lavoro di missioni don Bosco nelle mani del Signore e della Vergine, vi auguro un buon cammino di avvento.