Padre Sergio Bergamin
Padre Sergio Bergamin
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LUOGO DI NASCITA
ORDINAZIONE
TERRA DI MISSIONE
missionari / Padre Sergio Bergamin
Sono padre Sergio, uno dei 3 padri che hanno fatto parte della comunità salesiana di Costanza, città situata sulla costa occidentale del Mar Nero. La nostra era una comunità unita insieme a padre Giorgio e padre Cornelius; l’attività che per anni ho portato avanti era dedicata ai ragazzi a rischio. Un’attività che ha preso il via alla fine degli anni 90 insieme a don Sergio Dall’Antonia, dopo che l’arcivescovo di Bucarest aveva incaricato noi Figli di Don Bosco promotori di un nuovo futuro per i bambini e i giovani della Romania, cominciando proprio dalla città di Costanza. A partire dal primo oratorio in spiaggia fino ad arrivare all’attuale oratorio e centro giovanile in cui i giovani si sentono a casa, da sempre il clima di famiglia traspare dall’azione educativa e di accoglienza che gli offriamo.
Da un paio d’anni sono a Chisinau, in Moldavia, dove gestisco l’oratorio. La mia vita è stare con i giovani, giocare con loro, accompagnarli nella loro crescita ed essere un punto di riferimento oggi e anche quando saranno più grandi, perché ho visto che si crea tra noi un clima di amicizia veramente speciale e che continua nel tempo.
Sono stato alla guida della casa salesiana nel quartiere Ville Noi di Costanza. Una casa gialla in un quartiere popolato da tante famiglie con bambini, da tanti giovani che trovavano da noi amicizia e disponibilità nell’ascoltarli, uno spazio per lo sport, il gioco, l’aggregazione. Abbiamo offerto formazione ai giovani che cercavano un inserimento lavorativo, offrivamo assistenza dopo la scuola e uno spazio ricreativo, e oltre all’oratorio e all’attività importantissima dell’estate ragazzi avevamo il compito di seguire e sostenere le 2 case famiglia Claudia e Michele Magone all’interno del nostro centro, dove le educatrici aiutavano veramente col cuore e con la loro professionalità ed esperienza i minori che arrivavano da situazioni di abbandono o di gravi difficoltà familiari. Poi, ancora oggi, a distanza, mantengo il dialogo e l’amicizia con gli ex-ragazzi di strada, che vivevano nei tombini per sfuggire dal freddo dell’inverno, e che con l’aiuto dei confratelli e di tanti volontari ho aiutato nel trovare un’alternativa alla strada, offrendo loro gli spazi del centro e il sostegno per tutte le necessità e le cure necessarie.
L’opera di Chisinau è proprio bella, perché riprende tutti e quattro gli elementi della casa di Don Bosco: casa che accoglie, attraverso la casa famiglia; il cortile, dove ci si ritrova e si viene educati; la scuola, con i corsi di formazione professionale; e una chiesa, grazie alla nostra piccola parrocchia, che conta appena una quarantina di cattolici”.
Sono grato a chi mi ha supportato nella crescita della mia attività e spero di poter essere in salute il più possibile per continuare a dispensare aiuti e speranza a tanti ragazzi.