Sono don Berthin Solonirina, salesiano in Madagascar. 
Ho conosciuto Don Bosco per la prima volta attraverso un libro, ho letto la sua storia e mi ha incuriosito molto. Ho cercato di capire di più sulla sua figura, ero molto attratto. Ho chiesto dove potessi incontrare i salesiani, per fortuna sono presenti da molti anni in Madagascar, e così ho deciso di prendere contatto con loro e ho iniziato la mia scoperta della famiglia salesiana. 
Ho deciso così di intraprendere il cammino per diventare salesiano, volevo fare ciò che fece Don Bosco, ovvero dedicare la sua vita all’educazione dei giovani, volevo diventare un educatore. Ho studiato teologia a Yaoundè, la capitale del Camerun e poi sono stato ordinato sacerdote.  

Lavoro all’Ufficio Progetti e Sviluppo in Madagascar a Ivato e insieme ai miei confratelli seguiamo tutti i progetti per accogliere, accompagnare e formare i giovani più vulnerabili, i più fragili. Uno dei progetti che più mi sta a cuore è sicuramente l’intervento nel carcere di Anjanamasina, sobborgo della capitale del Antananarivo, qui il nostro obiettivo è far capire loro che non sono abbandonati, nonostante siano in un luogo soggetto a regole molto rigide. Nel carcere garantiamo loro pasti caldi e organizziamo attività ludiche tipicamente salesiane: musica, teatro e sport, facciamo di tutto per non farli sentire soli, un “mantra” che adottiamo anche durante gli interventi al fianco dei bambini e delle bambine di strada, un fenomeno sempre in crescita che cerchiamo di contrastare con tutte le nostre forze.