Marino Bois
Marino Bois
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missionari / Marino Bois
Sono Marino Bois, nato in Valle d’Aosta in Valgrisenche, una valle molto stretta e molto fredda, uno dei paesi in cui la fede era molto sentita, dove tutti andavano a messa. Ho conosciuto la famiglia salesiana fin dalla scuola elementare, nella chiesa parrocchiale che frequentavo c’era la statua di Don Bosco e il parroco ai tempi aveva la macchina per le proiezioni e ci faceva vedere diverso materiale multimediale, anche sulle missioni, durante il catechismo.
Ho frequentato la scuola professionale salesiana a Châtillon e lì ho incontrato per la prima volta i salesiani in maniche di camicia, coloro che si dedicavano con tutto il loro carisma a insegnare un mestiere: insegnavano a usare le macchine, sia in maniera teorica che pratica. Questo mi ha attratto molto e fece scattare qualcosa in me. Il giorno in cui sono andato dal direttore della scuola a chiedere se potevo farmi salesiano nonostante non mi sentissi all’altezza, il don mi rispose: “subito ti manderò al noviziato!” Lì mi sono trovato benissimo e il mio lungo percorso iniziò, partendo dalla scuola per i maestri tecnici del Rebaudengo a Torino, un luogo dove si sono formati tantissimi maestri della formazione professionale che poi sono partiti per diverse missioni nel mondo.
Il mio percorso missionario è iniziato nel 1942 in Corea, venni mandato dai miei superiori a gestire una grossa scuola tecnica professionale in un Paese ancora scosso dalla guerra tra Nord e Sud, ma dopo alcuni anni mi spostai in Guinea, dove insieme ad altri confratelli avviammo una grande missione, dopo che il Presidente neo eletto chiese al Papa di inviare i missionari che erano stati cacciati precedentemente dal regime in carica.
In Guinea non c’era nulla, organizzammo una grossa raccolta di materiale a Torino e riuscimmo a spedire tre container pieni di macchinari, arrivati laggiù in un mese aprimmo la prima scuola pronta ad accogliere i primi ragazzi beneficiari di un grande progetto di formazione professionale. Ricordo ancora il Presidente del Paese che venne a farci i complimenti. Lasciai la Guinea un po’ inaspettatamente per dirigermi in Sudan, la mia esperienza nel campo della formazione professionale mi portò a viaggiare molto, raggiunsi successivamente il Kenya e la Mongolia, sempre a sostegno di nuove o giovani missioni con scuole tecniche per ragazzi e ragazze svantaggiati.
Oggi la mia vocazione professionale è radicata in Africa sempre con il sostegno dei confratelli e dei benefattori dalla Corea, una nazione che mi ha accolto e che ha aperto la mia strada alle missioni.