A Fianarantsoa, una Pasqua ricca di attività per i ragazzi di strada

Carissimi, penso spesso alla situazione in cui vivete e prego affinchè il Signore vi dia serenità per vivere nella pace questo momento così delicato e difficile.

Qui da noi, dopo un periodo in cui nessuno ne parlava e la vita era ritornata “normale”, si viene a sapere che ogni giorno ci sono centinaia di casi e parecchi i morti. Il Presidente alcuni giorni fa in una conferenza alla Nazione ha detto che si tratta della “variante sud africana”, che è più pericolosa delle altre, e quindi si deve fare attenzione, non ha detto niente su cosa fare e che precauzioni prendere. Il vaccino che l’OMS ha offerto al Paese non lo ha accettato, perché dice che qui c’è una “medicina naturale che guarisce”, dice lui…
Ho sentito che proprio oggi il consiglio dei ministri ha deciso di importare il vaccino perchè la situazione si sta aggravando.  

La gente si sta impressionando anche se è obbligata ad andare al lavoro per avere di che vivere.  Siamo nelle mani del Signore e dell’Ausiliatrice. Alcuni dei nostri confratelli sono stati colpiti dal virus, due/tre ne sono usciti, ma altri sono ancora in piena cura intensiva. Per fortuna che noi siamo un po’ isolati, ma l’essere tra i giovani è nostro impegno e non ci tiriamo indietro

Domenica 14 marzo abbiamo fatto il ritiro quaresimale per i giovani della ‘brousse’ (villaggi di campagna): avevamo chiesto al Vescovo di venire a celebrare la Messa perché parecchi di questi giovani non l’hanno mai visto! Ha accettato ed è stato sorpreso di vedere circa 2.000 giovani confessarsi e partecipare con canti e danze. Un gruppo di giovani – accompagnato dal consiglio parrocchiale – ha fatto 15 km a piedi al mattino per venire e 15 km per tornare a casa. Gli ho incontrati, erano molto felici di esserci.

Le attività della nostra comunità della missione di Fianarantsoa vanno avanti: i nostri giovani confratelli vanno a fare apostolato in bici in questi villaggi: buche, fango, salite, sentieri tra le risaie… sole o pioggia, niente impedisce loro di andare per incontrare i loro giovani e portare loro la parola di Dio, fare catechismo e organizzare l’oratorio. Questa è l’attività del weekend che serve anche per spezzare il ritmo intenso di studio della filosofia a cui sono sottoposti durante tutta la settimana.

I ragazzi di strada aumentano sempre più, vengono all’oratorio e vivono assieme agli altri ragazzi partecipando al gioco, a vari lavoretti, al pranzo… poco alla volta si affezionano e si inseriscono nei vari gruppi che vanno a scuola e così li strappiamo alla strada. Per loro ho cercato dei finanziamenti per costruire una casa-famiglia dove accoglierli e farli vivere lontani dalla strada per poi accompagnarli in un percorso di reinserimento nella società.

Per loro ho fatto una struttura dove ho messo una macchina per brillare il riso. Qui la gente è abituata a guardare il riso ancora grezzo in casa e brillarlo poco alla volta secondo le necessità, per cui c’è sempre chi viene a farlo. Ci sono cinque ragazzi di strada (sui 18/20 anni) che non hanno certo voglia di sedersi su un banco di scuola, ma che vogliono guadagnarsi da vivere lavorando: dò loro una piccola paga (al di fuori del pasto e di altre cose come vestiti e sapone) e il ricavato del loro lavoro serve per la loro paga e per aiutare i loro amici della casa-famiglia.   

Un’altra attività che ho avviato per e con loro è la fabbricazione del carbone ecologico. Si tratta di un carbone derivato dall’utilizzazione di tutti i rifiuti che vengono seccati e carbonizzati quindi impastati con manioca e argilla. Non è un procedimento facile, ma abbiamo avuto la possibilità di apprenderlo da una persona che ci ha insegnato il lavoro. Una piccola quantità di questo carbone ecologico dà un calore più forte di quello normale e dura il doppio, quindi economia e riduzione del taglio degli alberi per fare carbone. È un prodotto che non sporca e che non produce anidride carbonica pericolosa per polmoni.  L’altro giorno ho trovato i ragazzi intenti a fare sacchetti con il carbone che hanno fabbricato: “cosa fate?”, ho chiesto loro, “andiamo a venderlo”, mi hanno risposto tutti felici. Mi hanno poi raccontato che avevano già incominciato a farlo e che la gente comincia a domandarlo per il costo basso e il grande rendimento.

Ne avevano pronto una cinquantina di chili il cui ricavato equivale a circa 5,5 €.  La loro gioia era anche per il guadagno poichè un operaio guadagna in media 1,5 € al giorno mentre loro in un pomeriggio ne guadagnano 5,5 € e e sono fieri di guadagnarsi da vivere. Iniziative come queste e altre ancora in corso servono per alleggerire i costi della casa-famiglia che accoglierà una sessantina di ragazzi di strada.

Siamo alla vigilia di Pasqua, vi assicuro che vi accompagno ogni giorno con la preghiera e che in questa settimana lo farò ancor più. La strada che il Signore percorre non è facile, né comoda, ma porta alla gioia della vita piena e perenne: noi, suoi seguaci, dobbiamo aver il coraggio di seguirlo se vogliamo partecipare alla sua ‘gioia’… se il chicco di grano non muore, non porterà frutto…

Vi saluto con affetto e mentre vi chiedo una preghiera per me e la mia missione, vi assicuro che vi ricordiamo ogni giorno nella nostra. E che il Signore vi benedica

Don Bepi Miele

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