Zytomyr nella bufera militare e diplomatica – Diario di viaggio in Ucraina

Una piccola delegazione di Missioni don Bosco è stata invitata dai salesiani dell’Ucraina a visitare le loro opere. L’occasione è stata data dalla giornata di preghiera per la pace in quel Paese e in tutta la regione che il Papa ha chiesto di dedicare il 26 gennaio scorso. Una telefonata per sapere come padre Makism Ryabukha stava organizzando quel momento alla Casa Maria Ausiliatrice di Kyȉv (Kiev) si è trasformata nell’avvio di una relazione di amicizia e di solidarietà. Abbiamo così vissuto cinque giorni di incontri con i salesiani, i giovani e le loro famiglie in diversi contesti.

Il primo incontro del nostro viaggio è avvenuto a Zytomyr, particolarmente significativo per Missioni Don Bosco per il fatto che nel mese di gennaio 2022 avevamo puntato i riflettori proprio sul progetto di sostegno allo sviluppo di un oratorio in quella località. Per arrivarci, dalla capitale in cui siamo atterrati il pomeriggio precedente, occorre percorrere 130 chilometri in automobile. La parte più impegnativa di questo itinerario è dentro la stessa Kiev: una megalopoli da 4 milioni di abitanti (ai quali negli ultimi anni si sono aggiunti migranti e profughi dalle zone di guerra che li fanno salire a quasi 6 milioni), larga 40 chilometri da attraversare in mezzo al traffico. I camion rispettano il blocco all’ingresso negli orari più intensi, ma poi si scatena un vai e vieni sugli unici cinque ponti che scavalcano il fiume Dnepr tra la parte orientale e quella occidentale. Un tempo di percorrenza (oltre tre ore) che potrebbe scoraggiare gli spostamenti ma che padre Michal Wocial affronta partendo al mattino presto da Zytomyr per venire a prenderci e portarci la mattina stessa a visitare la scuola Vsesvit – Universo.

Un numero colpito su una pietra alta, quasi un menhir, posta all’ingresso della cittadina (poco meno di 300.000 abitanti) rimanda all’anno di fondazione: 884 dopo Cristo. Da allora ha attraversato la colonizzazione del popolo dei Drevliani, la predicazione dei santi fratelli Cirillo e Metodio che portarono il Vangelo ai popoli slavi nella loro lingua, e nel 988 la conversione al cristianesimo di Vladimiro I principe della Rus’. Una storia importante per la Chiesa: è stata Zytomyr la sede del vescovado latino-cattolico istituito dopo il crollo del Muro di Berlino e del dominio sovietico. La diocesi attualmente porta il nome di questa città associato a quello di Kyȉv, dove l’ordinario – salesiano Vitalij Kryvyc’kyj- ha finalmente stabilito la sede nella concattedrale di sant’Alessandro.

Padre Wocial, di origine polacca, è il direttore della scuola Vsesvit: vicedirettrice e insegnanti presenti di sabato mattina ci accolgono, ci fanno visitare le aule mentre raccontano l’origine di quella struttura. Con loro è presente Sofia Okuneva che ne è stata la fondatrice e prima dirigente nel 1992. Ha una vicenda triste ma eroica alle spalle. Durante il regime comunista la sua attività venne messa sotto osservazione fino a che non venne denunciata per proselitismo religioso: cattolica di rito greco, è stata in prigione per oltre tre anni, fino alla proclamazione di indipendenza dell’Ucraina dell’Unione sovietica. Incontrando lei e altri due laici indicati dalle autorità religiose del posto, il parroco di San Pellegrino a Reggio Emilia – che stava compiendo un viaggio ufficiale nell’Europa dell’Est allo scopo di destinare gli aiuti della sua città e di quella di Piacenza – decise che sarebbe nata a Zytomyr la ““Scuola ucraino-italiana ecumenica”. 

Nell’anno 2020 la scuola è stata affidata ufficialmente ai salesiani, che avevano iniziato e coordinarne la didattica e lo sviluppo delle attività collaterali anni prima. È stato così individuato un gruppo di stanze che costituiscono l’incubatore dell’oratorio che sarà presto affidato ad Anatoliy Hryban, un giovane salesiano. 

Il progetto dei salesiani a Zytomyr non si ferma qui. A fine mattina giunge a salutare la delegazione di Missioni Don Bosco il segretario del sindaco (chiamato a una riunione urgente per la sicurezza del Paese), che ci aggiorna sulla situazione politica e militare dell’Ucraina. Ma prima vuole annunciare che il Comune ha deciso di donare ai Figli di Don Bosco un terreno di 0,8 ettari sul quale dovrà essere costruita entro 6 anni una nuova scuola a servizio dei ragazzi in un quartiere in fase di espansione abitativa. La fiducia degli enti locali nei confronti dell’esperienza educativa e organizzativa dei salesiani è un punto fermo: il plesso dovrà ospitare più di 600 allievi, offrire i corsi per tutti gli ordini e gradi di istruzione fino alla maturità. Il Comune pagherà tutto, compreso l’allestimento con i banchi e i laboratori. Poi metterà le chiavi in mano a padre Wocial. 

Alexandre, un bambino seguito dai salesiani, ci legge una poesia. Per lui, affetto da una sindrome dello spettro autistico, è un risultato emozionante. Per noi la conferma di una scuola inclusiva oltre che accogliente.

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