151ma Partenza Missionaria: un invio straordinario

24 salesiani e 7 Figlie di Maria Ausiliatrice costituiscono il gruppo dei “partenti per le missioni” che il Rettor Maggiore e la Madre Generale hanno salutato nella liturgia del 1° febbraio di quest’anno. Sono coloro che, secondo programma, avrebbero dovuto prendere il volo da Valdocco nel settembre 2020 ma che la pandemia ha trattenuti nelle varie località di residenza. Non è stato possibile infatti celebrare la Partenza Missionaria che, nella ricorrenza della prima di queste voluta da Don Bosco nel 1835, si era ripetuta finora per 150 volte con sospensioni solo in occasione degli eventi bellici.

Prudenza e rispetto delle normative che nei diversi Paesi cercano di contenere l’espansione del Covid-19 hanno raccomandato di attendere qualche mese per la partenza numero 151. Le due congregazioni hanno sofferto questa condizione comune a tutto il mondo con due preoccupazioni in più: quella per le centinaia di confratelli e consorelle che sono stati vittime del virus, e in molti sono purtroppo deceduti, e quella delle realtà che attendono il sostegno dei missionari per far decollare progetti e per non far mancare ai giovani la continuità educativa limitata dal lockdown.

A inizio di questo febbraio c’è stato l’Invio Missionario Straordinario: straordinario perché è stato celebrato nella Cappella della Sede Centrale Salesiana di Roma invece che nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, e perché non tutti i membri della spedizione erano fisicamente presenti: molti di loro sono già arrivati a destinazione, mentre qualcuno è ancora bloccato nel suo Paese d’origine. Certo che lo spirito missionario è stato lo stesso che ha animato tutte le spedizioni missionarie ordinarie.

Anche in futuro la cronaca dell’evento ricorderà il clima in cui si è celebrato questo evento: “Nella serata di lunedì 1° febbraio il Rettor Maggiore dei Salesiani (SDB), Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto l’Eucaristia, cui hanno partecipato anche con la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, il Consigliere per le Missioni SDB, don Alfred Maravilla, la Consigliera per le Missioni FMA, suor Alaide Deretti, le loro équipe e un piccolo gruppo rappresentativo di salesiani e FMA, in conformità con il protocollo sanitario vigente”.

L’itinerario dei missionari ha una direzione nuova

Interessante scorrere l’elenco dei “partenti” per percepire come concretamente sia cambiata la geografia della missione. Metà di loro sono Africani, 8 Asiatici, 2 Americani, 2 Europei; le loro destinazioni sono 8 nelle Americhe, 5 in Asia, 6 in Oceania, 3 in Africa, 2 in Europa. I soli numeri non danno conto delle particolarità contenute in questi “scambi”, ma la grossolana distribuzione per continenti indica comunque quali sono i flussi attuali: se si rileva una sorta di “omeostasi” nella vecchia Europa, si notano un certo “debito” da parte delle Americhe (nord-sud e centro) e dell’Oceania, e una generosa “spinta” da Africa e Asia.

Valgono due considerazioni, la prima espressa dallo stesso Rettor Maggiore durante l’omelia: “Sono profondamente convinto che se Don Bosco non avesse avuto lo spirito missionario, oggi la nostra Congregazione sarebbe probabilmente solo una piccola Congregazione con pochi e vecchi membri”. Ha raccontato la sua esperienza personale di Ispettore in Argentina, dove toccò con mano i luoghi che testimoniano le sfide che i primi missionari hanno dovuto affrontare nella Patagonia, luoghi che oggi invitano all’umiltà e alla fedeltà.

Se la missionarietà ha reso universale e vivo il carisma di Don Bosco, rimane la necessità di promuovere fattivamente la decisione di lasciare la propria ispettoria per mettersi a disposizione di altre, secondo le richieste che il Rettor Maggiore raccoglie. È quanto ha considerato, nel ruolo che riveste, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla: coloro che partono “non sono quelli che sovrabbondano tra i tanti confratelli di un’ispettoria: il missionario salesiano è un confratello che risponde alla sua vocazione missionaria dentro la sua vocazione salesiana”. Non possono essere trattenuti per la ragione che l’organizzazione a cui appartengono ne ha bisogno: la comunità di partenza compie un atto di generosità comparabile a quella del missionario stesso.

Don Artime ha benedetto le croci missionarie e le ha consegnate ai 2 missionari salesiani presenti a Roma il 1° febbraio, mentre gli altri 22 si trovano già nelle rispettive destinazioni o aspettano ancora il visto per partire. Questi riceveranno le croci nelle ispettorie in cui si trovano: saranno gli ispettori e le ispettrici, a nome del Rettor Maggiore (e per le FM a nome della Madre Generale), a consegnargliele nel corso di celebrazioni locali.

Già si opera per la prossima “uscita”

Nel frattempo, è iniziato il processo preparatorio per la scelta dei membri della 152a spedizione missionaria salesiana, che si spera possa avvenire a settembre 2021 dalla Basilica di Maria Ausiliatrice: sarebbe un segnale importante per la congregazione ma anche per tutti, perché significherà che il mondo ha trovato un modo per non farsi più condizionare dal Covid-19.

Siamo tutti consapevoli che anche oggi, come in passato, molte persone non conoscono Gesù, né hanno la possibilità di conoscerlo o di accettarlo” ha scritto don Maravilla; “per questo più che mai, oggi la Chiesa è chiamata ad essere in uscita, con la stessa disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito e ad essere infiammata dallo stesso ardore e coraggio missionario che ha ispirato i missionari del passato”.

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