Il cibo nello slum

La dieta dei kenyani è molto cambiata nel tempo ma tendenzialmente mangiano pochi alimenti lavorati e preferiscono cibi freschi e locali. Alcuni piatti si trovano su ogni tavola, anche su quelle degli strati più poveri della popolazione.

– L’ugali, una polenta bianca, piatto diffusissimo in tutta l’Africa, che può accompagnare molte pietanze, ma essendo un piatto “povero” dà alla popolazione locale la possibilità di sfamarsi con ingredienti semplici, come farina di mais, acqua e sale. Lo si può trovare anche abbinato allo spezzatino oppure intinto nelle salse di pesce o nelle verdure cotte. L’ugali viene di norma mangiato con le mani oppure, curiosamente, applicando una leggera pressione delle dita sull’impasto è possibile ricavarne una sorta di scodella per le salse o le zuppe.

– Il sukuma wiki – tradotto dallo swahili “allungare la settimana” – un tipo di cavolo disponibile tutto l’anno e molto economico che viene cotto e mangiato insieme all’ugali. Altre verdure vengono usate per preparare zuppe, in particolare la zucca, la lattuga, le patate, la corteccia e le radici di acacia, i fagioli e alcuni tipi di arachidi.

– Il latte viene impiegato in molte preparazioni: bollito con farina di mais, miglio o avena per preparare l’uji, un porridge a cui talvolta si aggiunge succo di limone, oppure unito a tè e acqua e cotto per preparare il chai, spesso aromatizzato con zenzero.

– Il chapati, un disco di pane simile a una tortilla, fatto con farina di grano.

E sono queste le pietanze su cui i bambini del Bosco Boys possono contare ogni giorno per i tre pasti principali della giornata.

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