I punti forti dell’accoglienza salesiana ai ragazzi di strada: 3 esperienze in Africa a confronto

Nel corso del tempo i salesiani hanno affinato una strategia di intervento mirata al recupero e all’integrazione dei ragazzi di strada nel tessuto sociale.

Kenya, Nairobi

Si comincia con la prima accoglienza in un centro, il Bosco Boys, dove i ragazzi vengono portati dalla polizia che fa rastrellamenti per le strade di Nairobi, o dai familiari che vogliono un aiuto per riavvicinarli al nucleo familiare. Possono essere i salesiani stessi ad avvicinarli in strada. Alcuni rimangono nel centro pochi mesi, altri alcuni anni. Il reinserimento nelle famiglie di origine è l’alternativa più auspicabile.
Chi desidera proseguire il percorso accede a un secondo centro, dove sono offerti ai ragazzi strumenti concreti, come corsi di alfabetizzazione e corsi per il proseguimento degli studi.
Chi rimane più a lungo nel centro ha possibilità di seguire corsi professionali. Inoltre, a integrazione delle varie attività scolastiche, c’è sempre la parte ludica e oratoriale.

Congo, Lubumbashi

– I bambini e i ragazzi che vivono in strada sono avvicinati con grande delicatezza dai salesiani, che li incoraggiano a recarsi al Bakanja Ville, centro semiaperto dove possono lavarsi, dormire, mangiare, lavare i propri vestiti, fare delle piccole attività: c’è una biblioteca, si può guardare la tv, frequentare corsi recupero. Attualmente ospita 37 bambini e ragazzi, di cui 27 solo per lavarsi. Si dà poi inizio alle ricerche della famiglia, anche quella allargata, per capire se è possibile il lavoro di reinserimento.
Una volta che i bambini e i ragazzi dimostrano una forte volontà di lasciare la strada e di reinserirsi in famiglia vengono inviati al Bakanja Centre. Qui c’è un internato per 80 ragazzi, la scuola primaria, corsi di alfabetizzazione e di recupero scolastico.
Lo step successivo è la frequenza dei corsi artigianali al Bakanja Magone (falegnameria, meccanica, saldatura, calzoleria, costruzione, ceramica) o professionali alla Cité des Jeunes (falegnameria, automeccanica, costruzione, saldatura, meccanica e agricoltura).
– Inoltre c’è la scuola agricola Jacaranda: la formazione qui dura dai 3-4 anni (corsi di matematica e francese, poi di agricoltura ed allevamento mucche, oche e piscicultura

Benin, Cotonou

La prima tappa è l’accoglienza al Petit Foyer Laura Vicuña, una casa famiglia che le suore salesiane hanno attivato a Zogbo, un quartiere di Cotonou. Ogni anno vengono ospitate 350-400 bambine di età compresa tra i 6 e i 17 anni, sottratte al traffico dalla polizia dei minori oppure avvicinate dalle suore stesse al mercato.
– Dopo la prima accoglienza, in attesa di essere reinserite nelle famiglie di origine, possono rimanere nel Grand Foyer di permanenza e seguire corsi di alfabetizzazione, andare a scuola oppure imparare un mestiere (sarta, pettinatrice), o ancora partecipare alle attività di giardinaggio, cucina e preparazione del sapone.
Un gruppo di ragazze più motivate allo studio partecipa al progetto del Foyer de l’Excellence, che consente loro di proseguire gli studi.

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