“Eccoci di ritorno a Mbuji Mayi dove mi attendevano questi 30 bambini presi in ostaggio e che la gente voleva bruciare accusandoli di essere stregoni. Bambini di età compresa tra i 3 e i 14 anni. Erano in un orfanatrofio creato e sostenuto da una donna del villaggio che non viveva più in quella casa, ma in un’altra città. Il capo del villaggio non era contento della loro presenza, perché nulla di quello che loro ricevevano veniva offerto come “dono” a lui. Qualche tempo dopo, una persona del villaggio è morta. Il capo del villaggio ha, quindi, sfruttato la situazione e sollevato la comunità contro di loro, affermando che erano proprio questi bambini i colpevoli, non solo di questo ma anche di altri fatti negativi avvenuti nel villaggio. Il personale dell’orfanotrofio è dovuto sfuggire all’ira della folla e alcuni di loro sono stati aggrediti. Hanno accerchiato la casa, i bambini si sono chiusi dentro per 3 giorni senza acqua.”
Questa storia mi è stata raccontata dal Giudice dei Minori, la sera stessa del mio arrivo. Abbiamo deciso di trovare un modo per portarli nel nostro Centro Don Bosco ed escogitato un piano: il mattino seguente abbiamo affittato un pulmino e lo abbiamo portato nei pressi della casa in cui si trovavano i bambini; un gruppo di poliziotti è stato poi mandato dal Giudice davanti la casa dove erano radunati il capo del villaggio e la comunità. Il gruppo, distratto dall’arrivo dei poliziotti, non si è reso conto della fuga dei bambini dalla casa; li abbiamo rapidamente fatti salire sul pulmino che li attendeva nascosto.
Ancora oggi i bimbi non capiscono perché abbiano rischiato di morire, perché non potessero uscire di casa per andare a prendere acqua e cibo o perché la folla inveisse contro di loro gridando “stregoni, serpenti, bruciamoli”. Oggi si ritrovano in sicurezza, giocano e corrono, vanno a scuola. Benedetto sia Dio e grazie a voi. Sono molti i bambini innocenti che hanno ancora bisogno di noi.