È taciturno Isaac. Regala pochi sorrisi, è sicuro di sé, ma non in modo borioso, è gentile e serio. Ama la solitudine, è calmo e riservato. È un ragazzo robusto, alto e gioca a pallacanestro. Come i ragazzi della sua età passa molto tempo ad ascoltare la musica. È molto bravo a scuola, studiare non gli pesa e forse continuerà gli studi fino all’università .
Isaac è uno dei Bosco Boys di Ibadan, un passato sulla strada alle spalle. Una famiglia felice finché la mamma non è mancata e con lei tutte le certezze per il futuro. Il papà per inseguire la sua carriera di predicatore ha abbandonato i figli e li ha messi in strada, in balia di sfruttatori di ogni tipo. Isaac, silenzioso e triste, si unisce alle bande di ragazzi di strada più che altro per cercare protezione. Preferisce non avere problemi con nessuno. Sembra che davanti a lui ci sia solo una vita pericolosa e senza prospettive.
Ma fortunatamente la storia è destinata a cambiare. Isaac entra nel primo gruppo dei Bosco Boys a Ibadan e capisce subito la grande opportunità che gli viene offerta: tornare a scuola e riprendere gli studi interrotti lo riempiono di gioia. I risultati non si fanno attendere. Una famiglia del villaggio si offre di dargli alloggio e di seguirlo come un figlio. Poco a poco sul suo volto si disegna l’accenno di un sorriso. Dopo aver completato gli studi secondari, frequenta il corso per saldatori nell’Istituto Salesiano di Akure e matura così una competenza manuale che gli permetta in poco tempo di avere un lavoro. Nel frattempo segue corsi brevi di informatica, prende parte al gruppo animatori dell’estate ragazzi e assiste uno studente universitario nel suo lavoro di ricerca per bambini con difficoltà di apprendimento.
Le premesse ci sono tutte e fanno ben sperare.
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