Wambui, Kenya – una storia di don Felice Molino, Nairobi
Mary Wambui Wainaina, 67 anni appena compiuti. Mamma di 13 figli. La prima, che avrebbe oggi 49 anni, è mancata 15 anni fa, lasciando un bambino piccolo che, nella grande famiglia Wainaina, ha preso il posto della mamma. Il marito di Mary, Luca Wainaina, ha 70 anni ed ha lavorato per 40 anni in una filanda, nella cittadina di Thika, a circa 30 km da Nairobi. E’ sempre in movimento, mamma Wambui. Bisogna correre per la legna, per l’acqua, per l’erba per la mucca, che anche lei, poveretta, soffre di fame endemica. I figli sono a scuola. Tutti hanno fatto le elementari, le medie e le superiori. Oggi la figlia Paolina, mi dice che se non avessi dato loro una mano e non avessero potuto studiare nelle nostre scuole, avrebbero finito al massimo la terza media. “Don Bosco è stato tanto buono con noi”, mi dice Paolina.
Mamma Wambui è conosciuta in tutta Makuyu per la sua bontà. Quando uno ha bisogno di un aiuto che non siano soldi, corre da Wambui. Lei c’è sempre ed è il trattore trainante per l’assistenza ad un ammalato di notte, per una scodella di tè per il povero che passa, per una persona che ha bisogno di una parola buona e poi per ogni attività che le donne organizzano a beneficio della comunità. Quando costruivo la chiesa del loro villaggio, sulla cima della collina, le donne dovevano procurare l’acqua ed andavano giù nella valle, riempivano il bidone da 20 litri e poi caricandolo sulle spalle, percorrevano il sentiero ripido per un chilometro, fino al cantiere.
Quanti viaggi ha fatto su e giù, povera Wambui. La ricordo come ora. Arrivava in cima ansimando, vuotava il suo bidone nella vasca che era sempre vuota, dava uno sguardo alla chiesa che cresceva, sorrideva contenta e, salutando i muratori, se ne tornava giù nella valle per un altro giro ed un altro giro ancora…
Ciao, don Felice
Karla, Guatemala – un racconto di don Giampiero De Nardi, San Benito
Karla è una signora di 35 anni. Ha tre figli (20, anni, 17 anni e 9 anni), una femmina e due maschi. La femmina è la più grande di tutti. Il marito due anni fa l’ha abbandonata. Dal giorno alla notte, è sparito dicendo solo alla moglie che se ne andava. Ora sembra che stia convivendo con una ragazzina di 18 anni. La moglie è sempre stata casalinga, per cui dal giorno alla notte si è trovata senza un soldo e con il dovere di sfamare i figli. Una donna distrutta psicologicamente e moralmente. Sentiva che la colpa era la sua…ma tra le lacrime confidandosi diceva, io ho sempre fatto tutto quello che mi ha chiesto. Ho educato i figli, mi sono preso cura di lui con amore e attenzione, non gli ho fatto mai mancare nulla… L’accudivo come un re… Gli metteva addirittura le scarpe ai piedi per andare a lavoro! (società molto maschilista, la nostra). Il lavoro di accompagnamento è stato lungo e anche molto duro, affinché recuperasse l’autostima, totalmente perduta. Ha cercato un lavoro… e duramente ha iniziato a procurarsi i soldi per mandare avanti la famiglia (già perché il padre non ha voluto sapere nulla dei suoi figli… che si arrangino ha detto) Finalmente l’anno scorso ha anche iniziato l’università e si è iscritta ad un corso di pedagogia. L’abbiamo aiutata con una borsa di studio. Ora vuole essere maestra. Aiuta nella parrocchia in tutte le attività ed ha contagiato anche i figli. Il figlio maggiore sono anni che è un leader dei gruppi giovanili… Sente che la parrocchia è la sua casa, che l’ha aiutata nel momento difficile ed ora deve ricambiare in qualche modo… Karla ora sente che può farcela ed affrontare tutto. I figli sono la sua speranza e la sua ragione di vita.
Un abbraccione – Don Giampy
Bana Konda, Zambia – una storia di Suor Luisa Tonello, Natotela
Bana Konda è la mamma di Memory e Silvia, due sorelle di 15 e 18 anni che vivono in un orfanotrofio di Lusaka. Quando tornavano al villaggio per passare qualche giorno con la mamma, di stare a casa non ne avevano proprio voglia… Non erano abituate agli stenti della vita quotidiana della mamma e del resto della famiglia…
Bene, da quasi un anno, Bana Konda è diventata una donna fiera di avere un campo piantato a fagioli! Darle la possibilità di coltivare un campo di fagioli è stato come riprogrammare il suo cervello e il modo in cui lei guarda a se stessa e alla vita. Adesso Bana Konda è molto occupata, deve togliere le erbacce, zappare, dare il fertilizzante ai suoi fagioli. Adesso Bana Konda non ha più tempo di andare in giro a chiedere la carità a destra e a sinistra. E neppure è da lei, proprietaria di un campo di fagioli, venire a importunare le suore con le sue mille richieste… Non sembra incredibile? Quando sono arrivata a Luwingu la figura di Bana Konda era una leggenda. Ogni tanto la si vedeva arrivare, uno stecco perso in vesti ampie, un largo sorriso un po’ sdentato, un’età indefinibile (eppure non dovrebbe andare oltre i 35/40 anni, anche se il volto lo si potrebbe accostare a quello di un antico fauno). Sono bastati pochi chili di semi di fagioli a darle dignità e a cambiarle la percezione di sé e del mondo! Basta poco per cambiare una vita. Basta avere la possibilità di vivere con dignità del proprio lavoro. Basta avere la possibilità di giocare non dalla parte di coloro “hanno bisogno” di ricevere aiuto, ma dalla parte di coloro che sono i “costruttori di vita”, mettendo a disposizione tutte le proprie forze. Che bello: un solo campo di fagioli può fare il miracolo.
Grazie! Suor Elisa