Nel barrio “la Dolorita” – quartiere periferico e molto popolare di Caracas – in Venezuela, noi salesiani abbiamo una bella opera pastorale, con la parrocchia, con l’oratorio e con due centri di formazione professionale. La Dolorita è famosa a Caracas per essere il luogo dove i delinquenti nascondono le persone nei “sequestri lampo”, ormai all’ordine del giorno nel centro della capitale: alcuni banditi rapiscono una persona del ceto medio-alto e chiedono un riscatto abbastanza basso, tale da poter essere consegnato in giornata dai familiari del rapito, e così chiudere questa spiacevole esperienza. La quale però diventa drammatica se non viene subito pagata la somma richiesta.
Periodicamente la polizia entra nel barrio per tentare di scovare una banda di malviventi; quando arriva succedono gli scontri a fuoco. Si spara in strada per davvero, e i morti sono reali. Altre volte invece sono le bande fra loro a scontrarsi. Il giovane prete incaricato dell’oratorio ci ha raccontato che un giorno stava lavandosi i panni quando ha sentito degli spari. Si è affacciato alla finestra e giù in strada ha visto un uomo che era stato ferito ad una gamba e tentava di scappare. Dopo poco questi si è accasciato a terra e i suoi inseguitori lo hanno raggiunto e freddato con altri due colpi, sotto gli occhi del salesiano.
L’oratorio sembra un fortino di guerra: dove non ci sono i muri perimetrali a difendere gli spazi interni, in ogni porta, finestra, varco aperto è stata collocata una pesante inferriata con il filo spinato arrotolato, come quello che usa l’esercito. Per entrare in oratorio si supera un piccolo cancello, sempre presidiato da un genitore volontario che controlla gli accessi. Ma le precauzioni non bastano: solo perché era rimasto un piccolo spazio aperto di circa 30 centimetri sopra un cancello, una notte qualcuno è riuscito ad entrare nel cortile dove stavano parcheggiate le auto dei salesiani, e a rubare le gomme e la batteria di una di esse. Ora quest’auto è là come l’hanno lasciata i ladri, sospesa in aria sopra a una panchina, in attesa che la comunità abbia i soldi per ricomprare le parti rubate. I pezzi di ricambio sono infatti merce rara, che si trova essenzialmente al mercato nero. Per questo nessuno lascia veicoli parcheggiati lungo le strade: si rischia di non trovare che resti inutili.
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