Sono trascorsi pochi mesi dall’ultima relazione che don Riccardo Castellino ci aveva inviato da Tappita in Liberia, e una nuova lettera ci segnala in questi giorni gli eventi accaduti nel frattempo che danno idea di un rinnovato dinamismo dell’azione della comunità.
Anzitutto: finalmente è stata portata l’energia elettrica nella missione. Il 20 marzo è arrivato quello che lui definisce “un momento magico: dopo anni di inerzia gli interruttori hanno ripreso a funzionare!!!”. I tre punti esclamativi evidenziano quanto fosse necessario questo intervento strutturale per poter dare pieno corso alle attività di base. “Non sembra neppur vero di poter lavorare al computer senza fretta di finire prima che la batteria ti lasci a piedi. Adesso anche la Chiesa, la Scuola e la Clinica possono collegarsi e portare avanti le loro attività con più efficienza”.
Beninteso non è un privilegio per la missione: era l’unica residenza ‘al buio’ in tutta la cittadina: “è una grossa benedizione che condividiamo con la nostra gente” scrive con entusiasmo don Riccardo. A valle del collegamento alla rete della Lec, la Società Elettrica Liberiana, sono stati realizzati i lavori ormai indispensabili: “il rifacimento di tutto l’impianto elettrico per sostituire i fili rosicchiati dai topi, rimpiazzare interruttori penzolanti e rifare un quadro centrale che garantisca un minimo di sicurezza contro corto circuiti o incendi”.
In ordine di priorità nella lista degli interventi da fare ora compaiono i tetti della missione. Don Riccardo dà conto dell’andamento meteorologico della stagione: “il mese di marzo è iniziato con una benedizione tutta speciale: la prima pioggia della stagione. Nel pomeriggio una spruzzatina e nella notte un bel rovescio: quanto è bastato per abbassare per un po’ la temperatura, per lavare gli alberi e per ‘spegnere’ la polvere di 3 mesi”. I cambiamenti climatici, con l’intensificazione dei fenomeni pluviali si registrano anche lì: “quest’anno la pioggia ci ha colto di sorpresa: dopo il primo rovescio altri sono seguiti, cosa non normale così presto” commenta il missionario. E spiega: “Avevamo previsto il rifacimento del tetto della missione, ma ce la eravamo presa con calma, dando la precedenza ad altre cose più urgenti. Adesso non si può più procrastinare e continuare a mettere barattolini qua e là. Mentre scrivo queste righe gli operai picchiano disperatamente sulle lamiere e cercano di calcolare bene i tempi tra una pioggia e l’altra”.
Imprevisti e novità possono creare ansia, ma sono anche l’auspicato segnale che la condizione abitativa nei Paesi più poveri può fare dei salti di qualità. Il ritmo quotidiano lì tuttavia sembra essere più ripetitivo rispetto a quelli dei Paesi più sviluppati, e questo dà adito a don Riccardo di mettere a fuoco una riflessione che è un prezioso contributo di saggezza che ci piace condividere:
“La vita è una continua sorpresa. Ogni giorno quando al mattino metti i piedi fuori dal letto non sai cosa ti riserva la giornata. È vero, tu hai in mente il tuo programma, che normalmente fila liscio, ma non sempre. Non di rado ci sono grosse sorprese, a volte molto belle a volte molto pesanti e devastanti. In ogni caso lo stesso programma, le stesse cose non sono mai una ‘ripetizione’. L’acqua non scorre mai due volte sulla stessa pietra, così pure la stessa azione non è mai una ‘ripetizione’… le situazioni cambiano continuamente. Purtroppo non sempre siamo capaci di scoprire la novità e finiamo per ‘ripetere’ invece di ‘ri-vivere’. Ed è allora che la vita diventa ‘routine’ e a volte ‘noiosa’”. E aggiunge: “La Pasqua che abbiamo appena celebrato ci ricorda la ‘novità’ assoluta della vita, la gioia senza tramonto che ci attende e ci invita a vivere ogni giorno in questa prospettiva”.
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