“La Provvidenza ci è venuta incontro e abbiamo potuto attuare alcuni interventi che ci permettono di lavorare meglio” così esordisce don Riccardo Castellino nel presentare l’impegno pastorale degli ultimi due mesi a Tappita, in Liberia. “Con tutta la Chiesa abbiamo vissuto il tempo forte della Quaresima e la celebrazione della Pasqua. Abbiamo continuato a visitare i villaggi e a scoprire realtà sempre interessanti”.
In una località sperduta, l’ultima volta che era stata celebrata una liturgia eucaristica era stato vent’anni prima durante la guerra (parliamo della seconda guerra civile nel Paese, scoppiata e conclusasi nel 2003), quando lì c’erano ancora i Salesiani. A Tappita invece è stata battezzata l’anziana mamma del responsabile della comunità: il primo battesimo in parrocchia dall’arrivo di don Riccardo.
Due avvenimenti speciali hanno spezzato l’ordinaria conduzione di questi due mesi: la visita dell’ordinario diocesano e quella dell’ispettore salesiano. “Il vescovo non era potuto venire ad accoglierci quando abbiamo fatto l’ingresso in questa missione, aveva sempre atteso un momento libero da altri impegni per farci visita” racconta il missionario salesiano. “L’occasione si è presentata domenica 4 marzo: è stata una visita-lampo, limitata ad una giornata, perché non avevamo una camera per ospitarlo. Il viaggio dalla sede vescovile a Tappita comporta anche 100 km di strada orribile, da percorrere due volte in una giornata. Ha celebrato la Messa, mangiato un boccone ed è ripartito”.
Altrettanto gradita la visita dell’ispettore dei salesiani, padre Jorge Crisafulli: anche per lui è stata la prima volta a Tappita. Alcuni mesi prima aveva tentato di recarvisi per vedere in anticipo dove avrebbe inviato don Castellino e i suoi confratelli, ma a pochi chilometri dall’arrivo non ha avuto altra alternativa che… tornare indietro. “La strada era bloccata da veicoli impantanati” spiega il missionario “e per questo la sua visita è stata ancora più apprezzata: è stato il primo salesiano oltre a noi che abbiamo visto da quando siamo arrivati”.
Fuori dalle occasioni straordinarie, si sono succeduti gli incontri annuali nei villaggi, con i giovani il 7 e l’11 febbraio, e il ritiro pasquale il 21 e 25 marzo. “Le modalità e le condizioni sono sempre le solite: tre giorni in un villaggio dove la gente dorme nella scuola o nelle case di famiglie che li accolgono, si prepara una tettoia di frasche, si cucina all’aperto e si fa della catechesi, si discutono i problemi delle varie comunità, si fanno piani per l’anno e ci si incoraggia a mantenere e a vivere la fede” spiega don Riccardo. La partecipazione è sempre molto limitata per via delle distanze, dei costi dei trasporti e delle strade impossibili, ma è ammirevole la buona volontà dei partecipanti.
“Abbiamo celebrato la Messa d’apertura, offerto la possibilità di confessarsi, e l’ultimo giorno la Messa di chiusura. I giovani non sono molti, sono dispersi e poco coinvolti in faccende di fede: niente di nuovo sotto il sole, effetto globalizzazione” commenta il salesiano, che segue con particolare attenzione la fascia giovanile dei parrocchiani proponendo animazione e catechesi, temi di maturità umana e di spiritualità salesiana.
Don Castellino e altri due salesiani con lui fanno base a Tappita per diramarsi nel vasto territorio di competenza. Per questo è stato importate acquistare con l’aiuto dei benefattori due motociclette. “Adesso il servizio sarà più facile, sarà possibile anche dove non arriva l’automobile e soprattutto sarà meno costoso. Superfluo dire che io lascio ai miei giovani confratelli il ‘piacere’ e il rischio di usarle”. Questi mezzi di locomozione consentono di affrontare le strade che ad ogni pioggia si disgregano e che le quattroruote patiscono maggiormente per il generarsi di buche anche profonde. Così nell’ultimo mese è stato possibile intessere tutte le relazioni pastorali: Pasqua è il tempo in cui i catecumeni ricevono i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, Battesimo, Cresima e Comunione. La domenica delle Palme a conclusione del ritiro nel villaggio, cinque adulti che hanno completato il catecumenato e ricevuto questi sacramenti; altri tre nella notte di Pasqua li hanno ricevuti in parrocchia”. Restano ancora alcuni gruppi nei villaggi, che li riceveranno nelle prossime settimane.
“Raccogliamo dove altri hanno seminato” conclude con umiltà don Riccardo.
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