A quasi due settimane dal devastante terremoto in Myanmar la situazione è ancora estremamente grave. Dopo la scossa di 7.7 della scala Richter, gli eventi sismici non sono esauriti, ci sono state ancora altre scosse importanti in questi giorni, alcune di magnitudo 4.9. Molte persone stanno dormendo per le strade o nei campi, anche se il meteo sta complicando la situazione, dopo il caldo intenso sono arrivate forti piogge.
Secondo gli ultimi dati risultano 3.500 vittime e più di 7 mila feriti, ma ci sono ancora molte persone disperse. La scossa ha causato devastazioni diffuse, soprattutto nella città di Mandalay, dove numerosi edifici sono stati ridotti in macerie. Sono circa 19.5 milioni le persone che vivono nelle aree terremotate.
I salesiani sono arrivati in Myanmar nel 1939, e nel gennaio di quell’anno arrivarono a Rangoon e a Mandalay. A Mandalay, don Leo Lafon, un padre francese, consegnò loro la sua scuola, l’orfanotrofio e la parrocchia di San Giuseppe. La scuola fu poi chiamata Lafon’s Memorial High School in onore del primo benefattore salesiano. La seconda casa salesiana, con annessa scuola, venne aperta nel 1951 a Thingangyung, un sobborgo di Yangon e nel 1957 ad Anisakan aprì l’aspirantato. Attualmente la presenza salesiana in Myanamar è costituita da 9 opere, i Figli di Don Bosco gestiscono convitti informali, parrocchie e attività giovanili, fra cui corsi di musica, informatica e altre attività nello spirito salesiano.
Subito dopo la scossa di terremoto i missionari si sono organizzati per cercare di aiutare la popolazione, a partire dai più fragili. Sono riusciti a mettere in piedi un piano di aiuti che consiste in distribuzione di cibo, acqua e bevande, fornitura di energia elettrica con un generatore e sostegno psicologico.
Ci chiedono aiuto per aprire una piccola clinica medica, che offre cure per i feriti e terapie per coloro che soffrono di diabete e ipertensione, garantire acqua potabile con un sistema di purificazione dell’acqua, potenziare la distribuzione di cibo in diversi luoghi della città e fornire teli e ombrelloni per proteggersi dalla pioggia e dal sole.
In questi giorni i salesiani continuano a raggiungere le persone più colpite dal terremoto, si sono recati presso il villaggio Seit Ta Ra per incontrare alcune persone sfollate, dove 24 case sono crollate a circa 15 metri dal livello del suolo. “Abbiamo aiutato le 24 famiglie che vivevano lì con un sostegno economico, affinché potessero utilizzarlo nel modo più adatto a loro. Raggiungiamo più villaggi possibili”, ci scrive don James. La perizia di un ingegnere ha decretato inagibili tutti gli edifici della missione di Mandalay, tranne uno, i ragazzi e alcuni salesiani stanno dormendo in un campo aperto.
Siamo riusciti a intervistare don Zaya, missionario del Myanmar, presente qui a Valdocco, a Torino, per il Capitolo Generale dei Salesiani, proprio in questi giorni sta tornando nel suo Paese.
Voce di don Zaya, missionario in Myanmar
DONA PER L'EMERGENZA TERREMOTO
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Contribuisci a donare cibo e acqua potabile alle persone sfollate
35€
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Garantisci sostegno psicologico ai più fragili, a chi ne ha più bisogno
80€
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Aiuti i salesiani a realizzare la clinica e il sistema di purificazione dell’acqua
300€
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