Per i bimbi di Iauarete – work in progress

L’anno scorso Missioni Don Bosco è stata una delle beneficiarie del Concerto di Natale in Vaticano. Vi avevamo proposto di darci una mano per aiutare la missione brasiliana di Iauaretè, un avamposto salesiano nel pieno della foresta amazzonica. Il progetto “Una casa di accoglienza per i bambini e le bambine in situazione di rischio” (cod. 21566) prevedeva la costruzione di un edificio che potesse ospitare i minori in situazione di indigenza o difficoltà, legati alle difficili condizioni in cui versano le loro famiglie.

Purtroppo come sappiamo agli inizi di quest’anno la pandemia ha stravolto i piani di tutti noi e ci ha costretti – pur non rinunciando a portare avanti il progetto – a prendere delle misure drastiche per la tutela dei missionari, dei bambini e dei lavoratori impegnati nella costruzione dell’opera. Dal lato dove non c’era il muro di cinta (costruito grazie a Missioni Don Bosco nel 2016) sono state messe delle placche metalliche per chiudere completamente la missione a ogni passaggio. I missionari e le missionarie salesiane hanno aiutato la popolazione con alimenti e medicine, rispettando tutte le misure di distanziamento e di protezione.

La costruzione della casa, che ospiterà 40 bambini e bambine indigeni di 16 etnie differenti di età compresa tra i 6 e i 12 anni e che allo stesso tempo sarà anche la casa della comunità salesiana e centro vocazionale, è proseguita con manodopera del luogo, senza ausilio di strumenti tecnici e macchinari.

Si tratta di un edificio a due piani, a forma di L, di 32 x 36 metri, in entrambi i piani. Il primo piano ospita due camere da letto con bagno che sono disponibili per le bambine ospiti e per le educatrici, la sala di incontri e studio, il refettorio, la dispensa, la cucina, la lavanderia e un bagno esterno.

Il secondo piano, oltre ad avere un terrazzo che lo circonda totalmente (utilissimoper poter svolgere attività non al chiuso durante la stagione delle piogge), ha 6 stanze da letto con bagno e la sala della comunità. Di queste, due stanze grandi sono destinate ai bambini e una delle due, a seconda delle esigenze, potrà essere usata per i giovani in ricerca vocazionale. Altre 4 stanze sono per i missionari.

I pavimenti e i soffitti sono in cemento armato, le pareti sono state riempite con mattoni prodotti a Iauaretê, il tetto è in ferro e zinco. Sono stati messi i serramenti, le porte e le finestre: queste ultime sono fatte una ad una dai ragazzi della falegnameria. Sono stati installati sanitari, bagni, lavanderia e cucina, disposta l’illuminazione e gli arredi per le camere, le sale per i bambini, la cucina, i bagni, le sale comuni. I tempi si sono prolungati a causa delle distanze e dei trasporti, che sono stati realizzati solo attraverso chiatte, via fiume. Per facilitare i viaggi tra São Gabriel e Iauareté sono stati acquistati un motore e uno scafo più grande e sicuro per garantire spostamenti più veloci e la possibilità di trasportare più persone e più materiali.

A complicare la situazione è giunta anche in questo angolo del Brasile la pandemia da covid-19 e il conseguente lockdown adottato come misura di contenimento. Per circa due mesi, i lavori sono stati portati avanti dal capocantiere da solo, senza l’aiuto di nessuno.

Per fortuna oggi i lavori proseguono un po’ più celermente e stimiamo che la casa potrà essere inaugurata nel luglio 2021.

La più bella testimonianza di quanto, grazie alle vostre donazioni, è stato possibile fare, è nelle parole di padre Roberto Cappelletti, che ha seguito passo a passo i lavori di costruzione dell’opera:

“I bambini di Iauareté sono impazziti di gioia quando li ho portati al secondo piano e ho detto loro che quella sarebbe stata la loro casa.”

La volontà e il desiderio di dare un tetto e un ambiente amorevole a questi bambini sono state motivazioni così forti e importanti da dare ai nostri missionari la forza per crederci e portare avanti il progetto nonostante le enormi difficoltà. I nostri grazie nei vostri confronti per la generosità che ha permesso tutto ciò non saranno mai abbastanza.

Leggi anche, Natale in Vaticano un concerto per contrastare l’emergenza sociale

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