Nato a Trivero il 16 maggio 1941 da una semplice e umile famiglia don Italo ha studiato nelle scuole salesiane, fino a decidere di seguire la sua vocazione e diventare prete. Successivamente ha maturato la convinzione che il suo impegno poteva profondersi ancora meglio tra i più poveri ed è partito per l’Africa, dove è stato un grandissimo missionario, in un continente che ha amato dal profondo dell’anima.
Don Italo ci ha lasciati il 26 novembre, una perdita che lascia umanamente un grandissimo vuoto in tutti noi.
26 novembre 2020
Oggi ci siamo svegliati tutti più tristi e poveri, don Italo, questa volta l’hai combinata grossa, questa volta è irrimediabile…
L’immagine che rimarrà indelebile nei nostri occhi è quella di uomo che aveva sempre il sorriso che affiorava sulle labbra, non per posa ma perché a te veniva naturale così.
Sei stato un uomo buono e libero come solo l’amore e la gentilezza sanno rendere un essere umano. Hai avuto l’enorme fortuna di fare nella vita ciò che amavi di più e la rara capacità di sapere condividere le tue ricchezze, perché nessuno si doveva sentire abbandonato, nessuno doveva rimanere indietro.
Non eri uno che amava mettersi in mostra, per te hanno sempre parlato i fatti e le tante cose belle che hai costruito nella tua vita. Avevi gli occhi che ridevano e lo sguardo vispo di chi lascia sfogare gli altri per poi mettersi all’opera e fare le cose, soprattutto farle a regola d’arte, come solo i grandi sanno fare. La tua arma migliore era l’entusiasmo, quello che i bambini coltivano con amore e che gli adulti smarriscono crescendo: tu no, tu hai saputo custodirlo e farlo diventare adulto insieme a te, ai tuoi sogni e alle tue aspirazioni. I veri supereroi non vanno in giro con il mantello e i poteri magici, i grandi uomini affrontano le loro battaglie a mani nude ma forti del loro amore per gli altri e tu sei stato così, un grande missionario armato di sorriso e tenacia.
Dietro la tua amabilità e la tua discrezione si nascondeva una volontà incredibile, che ti ha permesso ormai ultra settantenne di costruire dal nulla una nuova missione in Nigeria. Come le acque chete che le persone tendono a ignorare tu sei passato nella vita di tante persone, hai irrigato i terreni aridi, hai reso fertile l’esistenza di tanti uomini e donne.
Anche quando ti sono capitate delle disavventure e ti sei trovato di fronte degli ostacoli difficili da superare i tuoi occhi non hanno smesso di ridere, parlavano per te e dicevano “Beh, è capitata anche questa, che sarà mai?”
È stato impossibile non volerti bene, impensabile non cercare di darti una mano.
Oggi noi ci sentiamo più poveri, più smarriti, più piccini, frastornati da un dolore sordo e profondo. Lasci un vuoto incolmabile don Italo, ci consola il fatto che il bene che hai seminato nella tua vita ci darà da qualche parte un nuovo don Italo a cui volere un mondo di bene.
Che la terra ti sia lieve amico nostro e che il Paradiso ti accolga a braccia aperte, lassù ancora non sanno che dono immenso stanno per ricevere.