In Perù l’epidemia causata dalla diffusione del Covid-19 è ancora in crescita, il Paese risulta ancora il primo al mondo per mortalità, il bollettino sanitario conta il maggior numero di morti al mondo per 100.000 abitanti.
Alla complessa situazione sanitaria e alle misure restrittive per contenere il contagio, in questi ultimi giorni si sono aggiunte le numerose e accese proteste di piazza. Il 10 novembre è stato rimosso dal Parlamento il presidente Martín Vizcarra dopo il secondo processo a suo carico per corruzione, reato molto diffuso nell’apparato governativo peruviano, se pensiamo che gli ultimi 3 presidenti della Repubblica, compreso Pedro Pablo Kuczynski, predecessore di Vizcarra, sono stati tutti accusati di corruzione.
Durante il giuramento di Manuel Merino, nuovo presidente della Repubblica, terzo in quattro anni, le proteste di piazza non si sono fermate, la rabbia nelle piazze si è trasformata in un duro scontro con le forze dell’ordine a Lima, la capitale, e in altre città. Neppure la paura del contagio ha fermato le manifestazioni e i presidi, in un Paese in cui il sistema sanitario, già messo molto male prima dell’epidemia, si trova in uno stato di totale emergenza e in cui la crisi economica e le restrizioni per contenere la diffusione del virus hanno spinto i poveri oltre il limite.
Lo sanno bene Antony, Ellery, Fernando, Isaìas, Angel E., Joan, Benjamìn, Angel C., Jordan e Jaime, giovani ex alunni Salesiani, membri della Famiglia Salesiana. Ragazzi che investono tempo e fatica, sacrificando molte ore con la famiglia, i fine settimana o molte ore di sonno, alzandosi presto per arrivare puntuali in tanti posti lontani dalle proprie città, senza perdere l’entusiasmo e con la voglia di contribuire ad aiutare la comunità peruviana.
Grazie al loro lavoro gli aiuti raggiungono tante persone bisognose, attraverso cibo, beni di prima necessità e medicine. Svolgendo questo lavoro in maniera premurosa, impegnandosi nella società e condividendo valori umani molto importanti come l’impegno, l’umanità, l’efficienza, la solidarietà e l’onestà, questi giovani intraprendenti stanno contribuendo a sostenere i più svantaggiati. Migliaia di persone che non hanno più una casa, perché la loro casa è oramai diventata la strada, e che per sopravvivere provano a vendere di tutto, fanno piccoli servizi e vanno alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, qualcosa con cui sfamare almeno i propri bambini.
La perdita del lavoro per migliaia di persone è diventato il peggior nemico di questa situazione, ancora prima dell’emergenza sanitaria. Per questo motivo l’Ispettoria salesiana del Perù ha scelto il motto: “Non teniamo niente”. I Figli di Don Bosco toccando con mano quotidianamente la situazione di estrema povertà, stando a fianco degli emarginati, i più deboli, chi non ha alcuna risorsa, ci tengono a sottolineare che tutti i beni che le opere salesiane riescono a raccogliere, alimenti, medicine e generi di prima necessità, vengono distribuiti ai più bisognosi. Nonostante il lavoro egregio che viene portato avanti dai salesiani, le file di persone davanti ai centri di distribuzione alimentare sono oramai la quotidianità, gli aiuti non sono mai abbastanza, per questo ti chiediamo di sostenerli, molte persone hanno bisogno di aiuto.