E dopo il Covid, le guerre. Non c’è pace per questo mondo in balia di eventi incontrollabili, ma anche degli egoismi, delle sopraffazioni dei ricchi sui poveri, dei potenti sui deboli. Un mondo in cui sembra regnare incontrastata la disuguaglianza, l’ingiustizia.
Ma io, e tutti noi di Missioni Don Bosco, non possiamo restare indifferenti a questa realtà, non ci arrendiamo di fronte a situazioni drammatiche e scoraggianti e ci rimbocchiamo le maniche per portare semi di speranza e di futuro. Per i più piccoli, per i giovani, per le comunità in difficoltà.
Esiste la possibilità di portare un cambiamento che incida anche sul domani e intanto dia frutti concreti di accompagnamento e cura nel presente. E in questo contesto mondiale che sembrerebbe spingere più alla disperazione che alla speranza, che funzione ha la musica?
Ne ha parlato Papa Francesco in varie occasioni. Mi piace qui riproporvi ciò che disse l’anno scorso rivolgendosi agli artisti e agli organizzatori del Concerto di Natale ricevuti in udienza al Palazzo Apostolico. “La musica rasserena, dispone al dialogo, favorisce l’incontro e l’amicizia. In questo senso è una via aperta per la pace”. “Il messaggio che la Parola di Dio ogni anno ci rivolge nel tempo di Avvento – ha spiegato il Pontefice – non è un messaggio di rassegnazione o di tristezza, ma di speranza di gioia, un messaggio da interiorizzare e da comunicare. E in questo ‘comunicare’ entrano in gioco anche la musica e il canto”. “La liturgia e le tradizioni popolari del Natale – ha proseguito Francesco – sono piene di musica e di canti. Lo stesso racconto evangelico ci parla dell’inno degli angeli: ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama’ (Lc 2,14). Con il vostro canto, voi contribuite a diffondere questo messaggio di amore e di vita, arrivando a toccare tanti cuori e allargando il perimetro della fraternità”. “È così che Dio opera nella storia umana, anche in scenari dolorosi e desolati: con misericordia chiama tutti noi, si serve dei nostri talenti come dei nostri limiti, e vuole salvare l’umanità di oggi. Come a Natale, ogni giorno!”, ha assicurato il Papa. E ha concluso: “Il vostro talento è un dono ed è anche una responsabilità, di cui essere grati e consapevoli.
Oltre a tutto questo, a dare senso al Concerto di Natale in Vaticano c’è anche una dimensione di solidarietà che ne è il cuore e la prima ragion d’essere. Muovere la sensibilità di spettatori e telespettatori a sostenere un progetto proposto dai salesiani di Missioni Don Bosco. Il progetto di quest’anno è rivolto a salvare le bambine della Sierra Leone dalla violenza ed è finalizzato a proteggere le ragazze e i ragazzi di strada in questo paese africano noto per il dramma dei bambini soldato (di cui il 30% sono bambine e ragazze), la guerra dei diamanti, l’ebola e l’estrema povertà. Un paese invisibile, dove l’aspettativa di vita è di 50 anni, e i più invisibili sono i minori, soli e vittime di sfruttamento e di violenza.
Grazie a tutti voi che avete risposto al nostro invito a condividere, con la musica, questo sogno, e a dare un senso di rinascita a questo Natale. E che sia, per tutti, un Natale di grazia.
Padre Daniel